La penna degli Altri 29/03/2012 10:45
AS Roma, Longarini ci riprova
Era già stato accostato alla società durante il procedimento di vendita. A detta del quotidiano, limprenditore avrebbe intenzione di entrare adesso dalla porta secondaria. Quella di Unicredit, che attualmente possiede il 40% di Neep Roma, la holding che controlla il club giallorosso e che per il restante 60% è in mano alla cordata americana presieduta da Thomas Richard DiBenedetto. Secondo Il Sole 24 Ore, «Longarini starebbe trattando con Unicredit per diventare azionista in vista del prossimo aumento di capitale da 80 milioni. Lingresso di Longarini sarebbe tuttavia subordinato al via libera dellazionista di riferimento. Cioè lamericano Thomas DiBenedetto». Lindiscrezione ha colto di sorpresa la sponda americana della Roma. Non perché ci sia un investitore interessato a subentrare in tutto o in parte alla quota della banca, quanto perché il nome dellinvestitore è quello di Edoardo Longarini. Uno che un paio danni fa non riusciva a dare via le quote della Ternana perché la Procura di Roma gliele aveva pignorate dopo il fallimento di una sua azienda, la Edizioni Locali Spa.
Ma lindiscrezione ha colto di sorpresa anche Unicredit. Quello con Longarini è stato un contatto. Ce ne sono stati diversi negli ultimi mesi e altri ce ne saranno nei prossimi. Teoricamente, se la banca avesse voluto, entro il 31 marzo 2012, e cioè entro dopodomani, Piazza Cordusio avrebbe potuto cedere il 75% della propria quota a uno o più investitori italiani. Lo prevede (anche) il documento sullOpa obbligatoria lanciata a ottobre scorso. La condizione è che questo investitore «abbia ottenuto il gradimento da parte della DiBenedetto LLC». Non è un veto, ma una cosa simile sì. I criteri di valutazione da parte degli americani sono la reputazione dellinvestitore, la sua stabilità finanziaria. E la sua strategicità. In sostanza, quanto prezioso possa essere per lAs Roma lingresso di quello specifico nuovo partner. È una facoltà, avvertono dalla banca, che non sarà esercitata. Se non altro per oggettivi limiti temporali. Quando Unicredit avrà individuato il soggetto al quale vendere parte della propria partecipazione, ne parlerà con lazionista di maggioranza. Con gli americani. La scelta avverrà di comune accordo, non sarà mai unilaterale. Quanto al nome di Longarini, beh, non è che abbia mai acceso le fantasie della banca. Onestamente, e il patron della Ternana non soffenda, nemmeno quelle dei tifosi della Roma