La penna degli Altri 13/02/2012 09:24

Totti, un’attesa di nove mesi...



Come del resto si è stufato di segnare solo all’Olimpico: l’ultima volta lontano da Ponte Duca d’Aosta era il primo maggio, festa dei lavoratori e di chi si diverte, ne fece due, uno su rigore, poi segnò Rosi, neppure lui ha ancora capito come, e si capì che era festa sul serio. Poi più nulla, tra infortunio e cambio di ruolo: Luis Enrique lo vuole più lontano dalla porta, e appena lo ha fatto sapere si è preso dell’eretico, destino comune a chi vuole cambiare qualcosa nella liturgia del . Era capitato a Fabio Capello, quando lo spostò da trequartista a seconda punta, per farlo segnare di più, e dissero che era un peccato, per uno che faceva quegli assist, a Spalletti, quando lo mise centravanti, e venne preso per pazzo, poi centrattacco è andato talmente bene che quando Luis Enrique gli ha chiesto di fare quello che faceva prima, il trequartista, giù critiche di nuovo. Lui, , in tutto questo, era l’unico che non parlava, faceva quello che gli chiedevano, lo faceva come solo lui lo sa fare, gol e assist o assist e gol. E quest’anno ha fatto lo stesso: più corsa e lanci e meno tiri e palloni vaganti in area, va bene lo stesso, resta sempre il più forte. La normalità, per lui. La normalità e l’orgoglio, quello che comunque la mancanza del gol gliel’ha fatta sentire: quello in casa lo ha ritrovato anche con un filino di interessi – il saldo lo riscuoterà nelle prossime settimane – quello in trasferta lo cercherà su un campo dove ha già segnato 3 volte. In Coppa Italia, quella sera del 2005 che fu la sua parentesi più brutta da romanista, in cui chiese ai tifosi di smetterla coi fumogeni e qualcuno replicò tirandogli una bottiglietta. Gli altri due erano arrivati pochi mesi prima, in campionato, quando la Roma vinse 4-0 con doppiette del e di Montella. Gli assist, tutti e 4, portarono la firma di Antonio Cassano. Altri due ai toscani li ha fatti all’Olimpico: uno in Coppa Italia, nell’andata di quella partita lì a Siena, e altri due in campionato, uno nel 6-0 della stagione 2003-2004 (e poco prima aveva pure sbagliato un rigore), l’altro nella stagione 2007-2008, 3-0 con pure Aquilani e Giuly. Era il 3 settembre. E la foto più bella di quel giorno, e forse di tutte le partite con quelli che pensassero al Palio è quella del che mostra orgoglioso la Scarpa d’oro col figlio Cristian in braccio e Franco Sensi accanto. La Roma di ieri, oggi e domani