La penna degli Altri 19/02/2012 10:26
Testardo Luis Enrique, vinciamo con il Parma

Con Daniele o senza, stessa cosa? Con Totti o senza, è uguale? Sissignori, Luis Enrique la pensa così, peggio per voi se non capite. Oggi col Parma De Rossi c'è, la Roma potrebbe fare una bella partita, ma il problema rimane. A me, cretino, l'allenatore sembra ottuso. «Tetragono» è la parola giusta in italiano. «De coccio» è la traduzione romanesca: uno che non cambia mai, neppure di fronte all'evidenza dei risultati.
Uno che ha un solo modello di gioco. Coerente, rivoluzionario, tutto d'un pezzo, lo definiscono tifosi e giornalisti molto più intelligenti di me. Scrivono che piace ai giovani e viene criticato da quelli con le tempie grigie. Sarà. Intanto, a febbraio i giornali sono già pieni di ipotesi di mercato sulla Roma che sarà. Decine di nomi, per riempire il vuoto di una squadra che è già quasi fuori da tutto.
E quando Sabatini, saggiamente, indica il rischio e suggerisce di non rinunciare alla corsa per il terzo posto, l'allenatore replica come Catalano: a me interessa solo vincere col Parma e, in generale, mi interessano più gli allenamenti che la classifica. Geniale. Troppo per me.
Io sono rimasto ad Aldair. Il vecchio Pluto, educato e timido, soffriva molto la zona alta di Zeman, con tutti e due i laterali che salivano. Un giorno, dopo una sconfitta larga, sbottò: così facciamo brutta figura in difesa. Ci credete? Perfino Zeman cambiò: ordinò ai laterali di salire uno alla volta. E si chiamavano Cafu e Candela. Forse Luis deve studiare ancora.