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La penna degli Altri 28/02/2012 09:05

«Sono stato solo disattento»

Tre le cose che voleva chiarire prima e più di ogni altra: 1) «Non ho litigato con nessuno e non ho mancato di rispetto a nessuno»; 2) «Sono stato disattento e, se vogliamo dire così, poco professionista, ma non devo chiedere scusa. Non ho bisogno di Baldini e Luis Enrique per sapere come mi devo comportare perché me lo hanno insegnato i miei genitori»; 3) «Ho sempre parlato di Luis Enrique in maniera positiva e continuerò a farlo: mi piace perché non fa sconti a nessuno e tratta tutti nello stesso modo: me, Francesco, i ragazzini. Il mister ha deciso e io continuo a fidarmi di lui, così come fa il gruppo. Spero lo faccia anche la tifoseria, soprattutto perché ci stiamo avvicinando a una gara importantissima (il derby; ndr). E smettetela di dire che se ci fossi stato io in campo non avremmo perso, perché quest'anno è successo anche quando c'ero». è stato punti per un ritardo (3-4 minuti), ma non è sceso nei dettagli: «Se lo vogliono fare altri, ora o in futuro, è affar loro. Io non lo faccio. Io devo eseguire degli ordini, ma non vivo in un regime nazista. Alla Roma si vive bene».

E la società? Luis Enrique era presente alla consegna della Panchina d'oro, a Coverciano, accompagnato da Franco Baldini. Non ha parlato con la stampa, ma il suo discorso ai colleghi è stato applaudito. La sintesi? La riunione tecnica del prepartita è «sacra», è il vero fischio d'inizio della gara. Arrivare in ritardo, anche solo di un minuto, è il segnale della mancanza della giusta concentrazione.

A ciascuno la propria opinione.