La penna degli Altri 16/02/2012 13:44
Roma e Lazio, addio stadio? Che guai dopo il no di Monti
L'unico che davvero si è battuto per Roma 2020 è stato il ministro Corrado Passera ma la verità che Gianni Alemanno è stato "mollato" al suo destino anche dal suo partito, il Pdl. Il Coni riceve come contributo statale 408 milioni al'anno, quando la legge ne prevede 470: un taglio consistente-ma accettato senza batter ciglio da Petrucci e c.- deciso per la verità non da Monti ma dal precedente governo Berlusconi-Tremonti. Inoltre la legge sugli stadi, come noto, giace da anni alla Camera: il relatore Barbaro, finiano, era ottimista ma non è stato fatto un passo avanti. La Juve lo stadio se l'è fatto per conto suo. Il Credito Sportivo è pericolosamente commissariato da Bankitalia, e il Coni ha fatto presente le sue preoccupazioni: in novembre sembrava che alla presidenza dovesse andare Franco Carraro, ma la sua candidatura non è ancora tramontata.
Di sicuro sono fermi i progetti per gli stadi di Cagliari, Udine, Palermo, eccetera. E il no olimpico mette nei guai seri anche Roma e Lazio: sì, perché nel piano era prevista una spesa non sono per rimodernare l'Olimpico (già a norma Uefa) ma anche per nuovi impianti a Roma e in Italia. Circa 100 milioni di euro, oltre a 35 per il Flaminio. Che succederà adesso? Che faranno Roma e Lazio? Gli americani sembrano un po' disamorati e hanno capito forse che fare un nuovo stadio in Italia è un'impresa ciclopica, o quasi. Tra l'altro, la società ora dovrà fare un nuovo aumento di capitale. C'è l'accordo con il Coni di restare all'Olimpico almeno sino al 2015, poi si vedrà: ma del nuovo impianto (dove, poi?) della Roma si parla sempre meno.
Lotito invece è molto combattivo e non si arrende di sicuro: lo stadio della Lazio è fra i suoi sogni, anche se adesso è molto impegnato a Salerno e sta guardando anche con attenzione al Pergocrema e al Bolzano (lì forse c'è la possibilità di fare un impianto con centri commerciali, eccetera).