La penna degli Altri 07/02/2012 08:33

Operazione 3°posto



Niente ricadute
E invece, di tanto in tanto, pure a Roma nevica e, magicamente, si può tornare a sognare in una classifica migliore. È successo tutto in un weekend: i romani che sciavano a Circo Massimo, la Roma che prendeva a pallate l'Inter, l'Olimpico che improvvisamente tornava a scaldarsi, le altre grandi del campionato incapaci di vincere. Luis Enrique che annusava l'aria fina e ammoniva, giustamente: «A Catania sarà una partita strana. E se non faremo un'altra grande prestazione, questa vittoria contro l'Inter non sarà servita a nulla». Ecco, a questo giro la Roma non vorrebbe scendere dall'altalena. Bella, giovane, sfrontata, moderna: quanti complimenti all'orchestra di Luis. Regolare, però, non ancora, e questa mancanza ha già svilito parecchie ambizioni. In un campionato al ribasso, con un paio di risultati diversi, non di più, oggi la Roma lotterebbe ancora per tutto, o quasi. Catania può ancora rimetterla in carreggiata, almeno per la . Lo ha detto anche , ieri: «Sarebbe un sogno arrivare terzi». Lui domani resterà a casa, come . Due assenze che peseranno, ma tra in stato di grazia, Lamela sempre in agguato e Bojan finalmente riemerso, qualcuno sarà in grado di segnare un gol. E poi, in una sfida di nemmeno 25 minuti più che i nomi conterà l'approccio. Quale Roma sarà? Quella che in dieci minuti ne ha fatti tre al Cesena? La stessa che in meno di un quarto d'ora ha messo alle corde l'Inter? Oppure, per restare alle esibizioni più recenti, la brutta copia incapace di attaccare il ?



Pronti? Via! Le statistiche fanno sperare nella versione migliore. Non tanto quelle care a Luis — possesso palla, predominio territoriale, pericolosità — , quanto le cifre dei primi 25 minuti, una fase della partita in cui la Roma mostra di trovarsi a suo agio. Nove vittorie, dieci pareggi, due sconfitte il bilancio del primo quarto di gara, con 12 gol fatti e 4 subiti, e un totale di 37 punti, solo tre in più della classifica vera, ma darebbero alla Roma il primato. Il Catania di Montella, viceversa, al 25' del primo tempo ne ha quattro di meno. Oggi si può ancora sognare.