La penna degli Altri 02/02/2012 09:05
Luis: «Sono molto deluso»
Il tecnico aspetta di «rivedere con calma la partita» però ammette: «Siamo stati troppo deboli nellaspetto difensivo. Dobbiamo essere più cattivi, abbiamo avuto il doppio delle loro palle gol ma loro hanno fatto il doppio dei nostri gol». Luis Enrique dà i giusti meriti al Cagliari ma spiega: «Noi dobbiamo sempre giocare al 100% altrimenti possiamo perdere con chiunque. Dobbiamo controllare la partita con la giusta concentrazione per tutti i 90 minuti
Al SantElia la difesa è stato il reparto più in difficoltà ma lallenatore spagnolo non fa distinzioni tra i giocatori: «Si attacca e si difende in undici, lo dico sempre. Così è difficile andare avanti, ripeto che sono davvero deluso per quello che ho visto». E giù parole di fuoco: «Ho visto venti minuti incredibili e venti patetici. Fare questo discorso per me è molto triste». Che Luis Enrique non fosse soddisfatto della squadra si era capito già durante la partita: continuamente in piedi a dare indicazioni oppure seduto a parlare con la panchina, a ogni passaggio sbagliato dai suoi giocatori mani nei capelli e gesti di imprecazione. Oggi a Trigoria non le manderà a dire alla squadra. Non lo ha fatto ieri perché dopo le partite, un po per gli impegni con le interviste, un po per scelta, preferisce lasciare subito lo spogliatoio. Solo dopo aver rivisto la partita parla ai giocatori. «Non ho visto la vera Roma e di questo mi dispiace. La colpa è prima di tutto mia e poi della squadra. Avevamo la partita in pugno, sembrava che lavessimo rimessa in piedi e adesso voglio rivedere quali errori gravi sono stati commessi. Come stanno i calciatori? E facile immaginarlo». Ed è facile immaginare che adesso si tornerà a parlare di calcio italiano, spagnolo, di poco adattamento e chi più ne ha più ne metta. Luis Enrique lo sa: «Non cambia molto, il calcio è uno ovunque. Oggi (ieri, ndr) si è vista la Roma migliore e anche la Roma peggiore.
Ma noi dobbiamo vincere, avere continuità non vincerne due, poi perdere, poi pareggiare. Così non si va da nessuna parte». E un problema psicologico? «Se un giocatore professionista, in questo momento di crisi, avesse un problema psicologico sarebbe grave. E un problema tattico». E già da oggi si cercherà di risolvere. A Trigoria, col lavoro e con i confronti. I dirigenti sono accanto al tecnico, hanno in lui massima fiducia. Luis Enrique lo sa. Per questo, dopo aver raccontato la sua delusione e la sua amarezza, conclude il giro di interviste, mentre anche Totti è davanti ai microfoni, conclude con una frase che è deve essere il manifesto per il futuro: «Sapevamo e sappiamo le difficoltà che ci sono. Ma continueremo a lavorare».