La penna degli Altri 01/02/2012 08:53
Luis Enrique: "Ora vinciamo"
![](https://m.laroma24.it/IMG/AS ROMA/LUIS ENRIQUE/BIG-luis enrique CONFERENZA STAMPA MANCINI 22 10 11.jpg)
Intanto il tecnico asturiano avrà a che fare con uno dei tabù giallorossi: il SantElia, in campo storicamente ostico che i giallorossi non espugnano da una vita (era lepoca di Mazzone: 29 ottobre 1995, 2-0 con doppietta di Fonseca). Lo sa e non si nasconde anche davanti questa ennesima insidia: non è scaramantico, ma sa quanto contano i numeri in questo sport. «Mi aspetto una partita difficile, rischiosa perché il Cagliari gioca sempre col 4-3-1-2. È una squadra forte, con un centrocampo di grande livello, e forse la chiave della partita può essere proprio in quella zona». E proprio lì la Roma ha perso il bandolo della matassa nelle due ultime uscite. Tantopiù se, come accadrà anche a Cagliari, dovrà fare a meno di De Rossi. «So bene - continua il tecnico - che il nostro sistema di gioco è rischioso, ma non penso di cambiare, l'idea resta la stessa» spiega tornando sulle parole del post-Bologna di alcuni dei suoi uomini sulla «prevedibilità» della Roma. «Noi puntiamo al possesso palla nel campo avversario, per questo mi hanno preso, non vogliamo stare in difesa e giocare coi lanci lunghi. Non cambio tutto quello a cui sto lavorando dal primo giorno per una partita in cui l'avversario è stato più bravo di noi». E la teoria non fa una piega, visto che comunque fin qui la Roma ha espresso un bel gioco e sembra una delle poche realtà in grado di proporre qualcosa di nuovo. Poi, ovviamente, entrano in ballo tanti fattori tra i quali la condizione e i rendimento di alcuni singoli: uno su tutti il deludente Bojan. Ma qui Luis Enrique fa muro: «Nella stagione ci sono sempre alti e bassi. Cerchiamo sempre di tirare fuori il meglio da ogni giocatore e questo non è il momento di individualizzare. Ho piena fiducia in tutti i miei calciatori». Fiducia che ha negato a qualcuno appena «mollato» (Pizarro) e che avrà in futuro su chi sta per arrivare: vedi Marquinho. «Pizarro si è comportato sempre bene - spiega - ma il mio lavoro è scegliere. È brutto fare la formazione e lasciare fuori chi potrebbe fare parte dei titolari. Io devo fare la mie scelte. Marquinho? Se lo abbiamo preso è perché riteniamo possa aggiungere qualità alla squadra ma non bisogna dimenticare che a gennaio non è mai facile per gli stranieri adattarsi. Siamo fiduciosi, in lui abbiamo visto qualità importanti. È un acquisto interessante perché può ricoprire diversi ruoli: può giocare come interno, trequartista, terzino e anche come punta». Ma il presente è Cagliari, una sfida da vincere per tornare a sorridere, spazzar via le tossine della scorsa settimana e infrangere un tabù.