La penna degli Altri 28/02/2012 09:51

Luis Enrique e Reja. Se il derby sembra una partita a poker

Squadra Rafforzato, se ce n'era bisogno, nel rapporto con i giocatori, che a Lotito — durante l'ultima travagliata settimana — hanno ricordato l'importanza del tecnico nello spogliatoio. La prestazione con la ne è stata la dimostrazione: qualcuno aveva mai visto Hernanes — lo stesso che sabato si chiedeva a Formello «Ma chi è il nostro allenatore?» — difendere così prima di domenica, chiudendo la partita da terzino? Luis Enrique, invece, la squadra l'ha avuta sempre dalla sua parte (almeno finora), a partire proprio da , che in sede di rinnovo l'ha definito «l'allenatore più importante della sua carriera». Certo, c'erano state le incomprensioni iniziali con , ma quella oramai erano acqua passata. I fatti di Bergamo, invece, rischiano di creare una frattura tra alcuni giocatori e il tecnico. La squadra, infatti, sembra cominciare ad essere disorientata da alcune scelte e comportamenti del tecnico spagnolo.

Società La dirigenza no, quella no. Almeno nelle dichiarazioni ufficiali. Baldini si è legato a doppio filo a Luis Enrique, tanto da difenderlo in ogni occasione («Il supporto è totale e sono talmente convinto che il suo futuro è legato anche alle mie fortune», disse ad ottobre). a volte sembra non in totale sintonia su alcune scelte tattiche, ma allo spagnolo riconosce applicazione, lavoro e competenza («È un mostro, merita dieci», ha detto giorni fa). Proprio come ieri a Coverciano, quando molti tecnici del nostro campionato sono rimasti a bocca aperta ascoltando l'intervento di Lucho. Il rapporto tra Reja e la Lazio, invece, è come quello di un marito che ha ricomposto la frattura con la moglie, dopo la scappatella con l'amante. La stranezza qui è che l'amante e la moglie si conoscono. Zola è stato a Roma, hotel degli Aranci in zona Parioli: Reja lo sa, con il sardo si è anche sentito al telefono in quei minuti concitati. Lotito negava e nega ancora, come ogni marito fa dopo un tradimento. Si va avanti, almeno fino a nuovo ordine. E con quel fax di dimissioni presentato che ora rischia di trasformarsi in un boomerang per Reja: e se un giorno fosse Lotito a decidere di utilizzarlo, rispondendo nero su bianco?

Ambiente Intanto la gente ha scelto da che parte stare. Lo ha fatto da un po', almeno dal 31 gennaio scorso: Reja è entrato nel cuore dei tifosi, è visto come il capitano che timona la nave, e pazienza se ogni tanto gli viene voglia di sbarcare. A lui sono affidate le speranze di terzo posto. «Edoardo uomo derby», c'è scritto in una targa a Formello. La partita che fino a quattro mesi era l'incubo di Reja, domenica può trasformarsi nella zattera per arrivare a fine stagione, magari pure in un porto accogliente. Per la Roma, invece, è l'ultima grande occasione per salvare la stagione. Almeno per i tifosi, che finora hanno «perdonato» tutto a club, tecnico e giocatori, ma che non sono pronti a sopportare un ulteriore smacco. Il termometro del tifo, infatti, è in netto ribasso per tutti: Luis Enrique, Baldini e . E se dovesse arrivare un altro k.o. nel derby, si riaprirebbero anche le altre ferite (Slovan Bratislava, Cagliari, Udinese, Lazio, , in coppa e Siena). L'ancora di salvataggio? Si chiama derby, proprio come quando la Roma era la «Rometta». A pensare al famoso progetto, un po' viene da riflettere.