La penna degli Altri 11/02/2012 10:38

Foschi: Verso le trasferte libere

Una grande apertura verso i tifosi: «Il problema che io consto è il fatto che i tifosi vengono considerati dei cittadini a parte che hanno bisogno di un documento che attesti il loro non essere delinquenti. Io sono radicalmente contrario a questo: la Tessera del Tifoso è uno strumento demagogico più utile ad un interesse bancario piuttosto che per affrontare seriamente il tema della sicurezza degli stadi, tema di carattere anche culturale che colpisce il mondo del calcio. Naturalmente chi commette atti criminali di ogni tipo va perseguito da chi di dovere, ma credo che già il biglietto nominale fosse una soluzione valida, una condizione per evitare il pericolo della violenza negli stadi. Non vedo perché anche altri debbano pagare per errori non propri».

Due anni di digiuno (forzato) dalle trasferte cominciano a farsi sentire: «A me piace andare in trasferta, e mi piace l’idea di portare con me mio figlio e mia moglie. Mi piace l’idea di trovare accanto a me altre migliaia di tifosi con cui condividere la stessa passione. La trasferta deve essere una grande festa d’amore nei confronti della squadra per cui tifi. Si sta andando verso scelte contro questo strumento discriminatorio e ne sono soddisfatto». In un mondo dove vige la legge dello “stretto indispensabile”, la Roma si sta dimostrando l’eccezione, offrendo sempre nuove iniziative per riavvicinare tifosi e famiglie allo stadio. «È una cosa molto positiva – ha commentato Foschi - mi pare si ricalchino Inghilterra e Spagna: là questo tipo di iniziative sono una consuetudine. Lo stadio deve essere un luogo per le famiglie, io ci sono cresciuto in questo modo e bisogna riportarlo ad essere quel tipo di spazio lì. Un luogo bello dove uno va tifa e si diverte, nel rispetto del diritto di tutti. La nuova società dal punto di vista del rapporto coi tifoso sta producendo innovazioni importanti, ma non può fare tutto da sola, serve una consapevolezza piena di tutte le società».

La strada è quella giusta, ma bisogna lavorare sodo e con attenzione: «Una cosa la voglio sottolineare: bisogna decidere se allo stadio si vogliono le famiglie o solo le telecamere. Ad esempio, la domenica alle 15 lo stadio sarebbe pieno, alle 20.45 è tutto diverso. Soprattutto d’inverno, con questo freddo, un genitore è più restio a portare i figli a vedere la partita. Bisogna evitare di sottostare a queste “leggi televisive”, bisogna rendere lo stadio più gradevole e divertente del comodo divano di casa».