La penna degli Altri 05/02/2012 11:48

E Ranieri chiede strada alla sua Roma

Il bello di questo ragazzo di sessant’anni (o settanta, come diceva Mourinho, ma comunque sempre più giovane del portoghese) è che dentro resta sempre lo stesso. Davanti a denigratori, critici o ammiratori. Fuori è anglosassone, dentro è testaccino. Chiedete a Romario (a Valencia), Effenberg (a Firenze), ora a Sneijder: campioni, personalità forti, ma senza alzare la voce li ha in riga. Ha avuto squadre da rifare, talvolta da rottamare, ma in proporzione al materiale tecnico che gli hanno messo a disposizione ha vinto trofei veri, di cui ancora oggi la gente è costretta a ricordarsi. Soprattutto ha allenato giocatori fantastici e ha avuto capitani straordinari.

L’INCONTRO CON TOTTI - Oggi torna a Roma e riabbraccia il penultimo capitano della sua lunga serie. «Siamo romani, le battute ci vengono lì per lì», ha detto Claudio parlando di , sapendo che vengono meglio al suo ex numero 10. Non ne ha bisogno, di battute, quando invece racconta i suoi capitani. Due giorni fa ha detto: « è come Del Piero e Zanetti, giocatori immensi. Finché il calcio avrà questi uomini non finirà mai». Non sono tanti gli allenatori che possono iscrivere nomi del genere fra i loro capitani: Gianfranco Matteoli a Cagliari, Ciro Ferrara a , Gabriel Batistuta a Firenze, Marcel Desailly al Chelsea, Andoni Zubizarreta a Valencia, Alessandro Del Piero alla , a Roma e ora Javier Zanetti all’Inter. Non uno di questi giocatori ha fatto parlare di sè se non per le doti tecniche e le qualità della persona. Hanno giocato, discusso, lavorato tutti con Ranieri. Forse qualcosa vorrà dire.

IL RILANCIO - Ranieri arriva alla sfida con la à, la squadra e la curva che ama in una situazione meno semplice di un paio di settimane fa. Dopo 7 vittorie a fila, le due sconfitte di (in Coppa Italia) e Lecce (in campionato) e il pareggio di San Siro col Palermo hanno frenato la rincorsa e assegnato all’Inter un obiettivo forse definitivo: il terzo posto. Sperare in qualcosa di più è arduo. (...)

Nella sua à sprofondata nella neve, Ranieri dovrà dare vita a una squadra nuova, quella del dopo-Thiago Motta, giocatore fondamentale nella rincorsa e passato giorni fa al Paris Saint Germain solo per vantaggi economici (del giocatore e dell’Inter). Manderà in campo Palombo dal primo minuto, in attesa di avere a disposizione anche Guarin. Allora dovrà ripensare a un’Inter diversa, intanto deve trovare il modo di rimettere questa in marcia. Poi Roma gli dirà se ha nostalgia di lui o se invece Luis Enrique ha cancellato il suo ricordo.