La penna degli Altri 14/02/2012 08:32
Delusione Luis: "Troppi errori"
Gli viene chiesto: in questo momento vanno accettati questi alti e bassi? «Dipende dall'obiettivo. Il nostro è settimanale: non abbiamo la regolarità per vedere in prospettiva, dobbiamo migliorare tanto. Non siamo capaci di farlo. Kjaer punta centrale? E' stata una mossa della disperazione, anche se non mi piace molto farlo». Primo tiro della Roma solo a pochi minuti dal termine, stavolta. «Il calcio non è una scienza esatta. Si può pensare di fare una partita di attacco, di fare il possesso palla ma poi puoi non riuscirci. Il Siena aveva un grande livello difensivo, ha aspettato i nostri errori».
La classifica è ancora brutta. «Non mi preoccupo della classifica delle altre, ma solo di quella della Roma. Quando io preparo una partita penso ai miei giocatori al 100%. Avere noi il pallone non vuol dire che dobbiamo rischiare, non vuole dire prendere dei rischi perchè ci sono sempre tre giocatori dietro la linea della palla. La mentalità è offensiva, ma poi c'è l'interpretazione dei giocatori. Stavolta sono mancate le triangolazioni e le verticalizzazioni: volevamo cercare diverse soluzioni, ma è difficile con cinque difensori contro. Le diverse soluzioni, comunque, sono in mano al calciatore: si può saltare l'uomo, lanciare lungo, andare in verticale. Il Siena non è stato superiore a noi ma porta i tre punti a casa dopo aver sfruttato i nostri errori. Ci sono mancate le verticalizzazioni e anche un po di cattiveria. Le disattenzioni difensive? I difensori non sono robot. Cerchiamo sempre di avere possesso palla nel campo avversario, lasciamo molto spazio dietro di noi quindi dobbiamo fare sempre una chiara marcatura preventiva. E parliamo di questo ogni giorno. Ma anche se ci lavoriamo non è detto che in partita riesca sempre. Attaccanti sempre spalle alla porta? Può essere così, ci sono tante cose che determinano questa situazione. La corsia centrale è sempre più complicata, ma i calciatori dal campo vedono poco le fasce, si concentrano sul centro. Peccato, non siamo stati capaci di fare bene».