La penna degli Altri 28/02/2012 09:12

De Rossi: «Io mi fido di Luis. Ho sbagliato»

Così come il suo allenatore, non intende entrare nello specifico di quanto accaduto: «L’allenatore ha detto che non si deve parlare delle cose di spogliatoio, quindi non ho niente altro da dire. Se la società vorrà specificherà l’entità del ritardo. Io non sono stato strafottente o maleducato. Quando succedono cose un po’ particolari ognuno tira fuori delle cose, io non ho litigato con nessun compagno (e il riferimento è a Kjaer, ndr) né con il mister né prima né dopo la partita. Io - ha aggiunto Daniele - devo eseguire gli ordini, ma non viviamo in un regime nazista, abbiamo degli orari tranquilli, viviamo oltre che una professione meravigliosa, un’avventura comoda, anche se rigida dal punto di vista del lavoro sul campo e dal punto di vista delle volontà del mister. A prescindere dai 3,5, 20 o 50 minuti di ritardo. Se avessi avuto altri allenatori come lui avrei fatto di sicuro meno ore di ritiro», ha aggiunto con il sorriso riferendosi ai metodi apprezzati di Luis Enrique. «Lui non cambia metro di giudizio in base alla persona che ha di fronte. Io mi sono sentito in dovere di tranquillizzare tutti, c’è qualcosa di più importante domenica e su questa strada possiamo ottenere qualcosa di più importante in futuro ». Parole importanti, parole che raccontano ancora una volta la fiducia di Daniele nel suo allenatore: «Io mi fido di lui, il gruppo anche e i tifosi dovrebbero fare lo stesso». è sincero. Non cerca scuse. Ma sa che se la Roma avesse vinto molte polemiche si sarebbero evitate: «Ognuno ora dice la sua, se avessimo vinto con una partita brillante ci sarebbe stata l’esaltazione di un tecnico irreprensibile. Domenica c’è una partita importante e purtroppo non siamo primi con 10 punti di vantaggio». Purtroppo. Però contro la Lazio la classifica, lo dice da sempre la storia, conta poco o niente. E uno come lo sa bene. Al derby, comunque, ci penserà da giovedì. Adesso, come sempre quando va in Nazionale, il suo pensiero è tutto per l’Italia nonostante quella di domani contro gli Stati Uniti sia un’amichevole.

In Liguria con Prandelli ha avuto modo di parlare per qualche minuto, sa che il ct la pensa come il suo allenatore: «Lo so - ammette - Lo ha dimostrato con il codice etico. Staremo più attenti la prossima volta. Bergamo come Firenze? Perché a Cagliari e a Siena sono state belle partite, divertenti? Quest’anno la stagione è altalenante e non c’entra niente il mio caso». In Nazionale è con ma non con Osvaldo, escluso da Prandelli sempre per il codice etico. Al suo posto . parla anche di loro: «Non so se Osvaldo ci sia rimasto male, le convocazioni le ho lette la sera e non so se Prandelli volesse convocarlo e abbia cambiato idea dopo l’espulsione. Per quanto riguarda Fabio, fino all’ultimo non credo sapesse che sarebbe stato convocato. Gli è stato comunicato dopo la partita di Bergamo. Abbiamo parlato per due minuti e gli ho detto di stare tranquillo che sarebbe stato accolto bene». Le ultime battute le riserva al suo capitano in azzurro, Buffon, che ha confidato che se si fosse accorto del gol di Muntari in Milan- non lo avrebbe detto all’arbitro. Ecco, ma non è una novità, l’onestà di : «Se avessi la sensazione di stare in fuorigioco non andrei dall’arbitro a dirlo, c’è lui per dirlo e per intervenire. Questo è quanto: non si fa nemmeno in tempo a dare pareri così. Certo se poi prendi il pallone con la mano e la butti in porta per me devi dirlo (come fece lui in un Roma-Messina di sei anni fa, ndr). Bisogna stare calmi? Forse voi, io sto calmissimo. In Italia il calcio si sta normalizzando per allenatori come ad esempio il mio che fanno le cose per bene ed hanno regole ben precise».