La penna degli Altri 20/02/2012 08:22

Borini: «Io, l’anti-idolo»

Tecnica, potenza, diligenza. Macché,è un idolo. Anzi, un anti-idolo. E per questo piace anche di più. Minuto 26 del primo tempo. Palla di Gago in profondità, riceve, fa qualche metro, alza lo sguardo, osserva il piazzamento di Mirante e spedisce la palla sul palo opposto. Il resto è il coltello tra i denti, un’esultanza che è un modo di vivere, una way of life, un messaggio al difensore avvversario. «È un simbolo che mi rappresenta totalmente e che faccio per far capire che sono uno che non molla facilmente», dice sempre Fabio.

Il coltello tra i denti è l’icona del calciatore perfetto, quello che sogna il tifoso, quello che se perde palla non ancheggia triste e insoddisfatto ma è disposto a morire sopra quella palla. Per riprenderla, riavviare l’azione, consentire alla Roma di partire al contrattacco. È quello che è successo ieri, è quello che capita sempre, è quello che avviene pure quando a Siena la squadra gira a vuoto. Lui si salva mettendoci il cuore, allungando la gamba, tirando fuori gli attributi. That’s amore, that’s , that’sil ragazzo già uomo che Luis Enrique ha preferito a Lamela («preferito è una parola grossa», dice Fabio «io faccio il lavoro che mi chiede il mister»).

E se l’ha fatto, è perché l’estro è un regalo di Madre Natura. Mentre la voglia di sacrificarsi no. «È importante essere continui nel lavoro che faccio io e in quello di squadra», spiega ai giornalisti che gli ricordano come questa sia stata la quinta rete nelle ultime sei partite, «ma è il gruppo che deve fare la differenza, dimostrando di avere voglia».

Voglia innanzitutto «di mantenere la nostra posizione. Non facciamo progetti, guardiamo partita per partita». Segnare al Parma, la sua ex squadra (anche se è in comproprietà), non dà più gusto. «Un gol da ex vale nella stessa maniera. È sempre un gol importante», commenta. «Per arrivare in alto - avverte - serviranno continuità, cattiveria e voglia di arrivare in alto. Questo farà la differenza». Tradotto: se tutti giocheranno con il suo stesso furore. Ma lui insiste: «Non sono io decisivo. È la squadra che fa la differenza e che è stata continua e cattiva come vuole il mister». That’s amore. That’sFabio .