La penna degli Altri 24/02/2012 09:36

Atalanta e altri, guardate e imparate

L’Atalanta si è giustificata adducendo problemi tecnici. «Per motivi organizzativi, il club non riesce ad attivarsi», ha spiegato a “Il Romanista” la responsabile della comunicazione Elisa Persico. Ancora una volta la Roma ha trovato nell’Osservatorio un’ottima spalla. Il giorno prima, il neo presidente Pasquale Ciullo (dopo appena un mese e mezzo, il rivoluzionario Roberto Sgalla è stato mandato a dirigere la Scuola Superiore di Polizia: è una promozione, dicono) aveva rimproverato le società che non avevano rispettato le indicazioni del Viminale: «Le misure di semplificazione avviate dall’Osservatorio – quali l’iniziativa “porta un amico allo stadio” – incontrano i primi ostacoli organizzativi», registra il Viminale in una nota. Ostacoli come il no dell’Atalanta ai romanisti non tesserati, per esempio. Ostacoli che l’Osservatorio si auspica vengano abbattuti. Così potrebbe non essere. O quantomeno non nell’immediato. E certamente non a Bergamo. «Motivi organizzativi», dice l’Atalanta. Ma di che tipo? Non si sa. Considerato che il loro partner di biglietteria è Lis Lottomatica, lo stesso della Roma, pare strano che alla base del Gran Rifiuto possano esserci delle questioni di natura tecnica. Temevano un’invasione? Difficile crederlo, perché a Bergamo sanno benissimo che questo provvedimento del Viminale non convince la stragrande maggioranza dei non tesserati della Curva, ragazzi che a Bergamo scortati da un amico – scortati, si fa per dire – non ci sarebbero mai andati. L’Atalanta si è persa in un bicchiere d’acqua, fa notare qualcuno. (...)

La Roma, in questo senso, è un’oasi felice. Il panorama nazionale è sconfortante specie se il confronto è proprio con la Roma. Non è una questione di partigianeria, sono dati oggettivi. E’ pura realtà. (...) E a Roma ci si è invece scandalizzati per quei 7 euro in più chiesti per l’incontro con il Milan, quando nessuno si è accorto che l’anno scorso le curve costavano 18 euro e adesso, tranne che per le partitissime, ne bastano 13. Tra le big (big non tanto come blasone, quanto come bacino di utenza), il è forse la pecora nera. Ma non è che le altre grandi stiano meglio. L’Inter fa entrare gratis i bambini sotto i 7 anni, i futuri Filippo della situazione, ma devono stare in braccio ai genitori. Il fan village inaugurato dalla Roma è un unicum, nessuno ce l’ha. La ha un settore famiglie. Ma i prezzi sono assolutamente fuori portata per le tasche di molti papà e mamme. Lo sono nella Tribuna Familiy, ma anche negli altri settori. Altri esempi? L’Osservatorio ha approvato il voucher elettronico, il carnet di biglietti anche per i non tesserati. Ne ha benedetto l’introduzione. Ma il copyright è della Roma. Feliziani e l’ad Claudio si battevano da mesi, per la precisione dalla presentazione della campagna abbonamenti, per permettere a tutti – tessera o meno – di sottoscrivere un mini-abbonamento. Qualcuno adesso scopiazzerà, ma la Roma ne sarebbe felice. Se il movimento cresce, cresce perché c’è una società che fa la lepre. Anzi, che fa la lupa.