La penna degli Altri 27/02/2012 08:45
Arriva tardi alla riunione e De Rossi resta fuori
Le versioni più o meno fantasiose spaziano da un De Rossi che non ha dormito in albergo con i compagni fino a una fantomatica scazzottata con Kjaer. Di sicuro lallenatore spagnolo non è del tutto soddisfatto dellapporto che «Capitan Futuro» sta dando al gruppo: lo considera un leader indispensabile nello spogliatoio ma al tempo stesso lo accusa di prendersi qualche «pausa» di troppo. Il segnale inviato ieri è forte e inequivocabile. E fa tanto male al giocatore che ha definito Luis Enrique «il migliore tecnico mai avuto». «Io ero pronto alle sette di mattina, io...» laccusa più dura dello spagnolo che poi aggiunge: «Daniele non lho visto pronto, quindi non ha giocato. La Roma non è entrata mai in campo e chi dice che con un altro giocatore sarebbe andata diversamente? Potrei anche aver sbagliato ma lo rifarei perché per me la squadra è davanti a tutto. A breve termine può essere un errore ma nel lungo periodo no». Poi una stoccata a tutta la Roma: «Non sono un allenatore di esperienza ma ho vissuto per 15 anni negli spogliatoi di Madrid e Barcellona. Questa squadra che è grande ma ha vinto solo tre scudetti». La società continua ad appoggiare la rigidità dello spagnolo. A deludere i dirigenti, semmai, è stato De Rossi appena blindato a peso doro. «Daniele - spiega Baldini - ha avuto un ritardo alla riunione tecnica e lallenatore ha pensato non fosse pronto per giocare. Dispiace che a inciampare sia un calciatore esemplare. Ma se dalle poche regole si deroga, se ne pagano le conseguenze».
Chiunque lo faccia tratti, «perché - aggiunge il dg - è pericoloso fare eccezioni per i giocatori simbolo. Daniele non era felice ma ha accettato la decisione. Luis Enrique era scosso e non escludo che abbia preso la decisione mentre venivamo dallalbergo al campo». Leffetto sulla partita è stato disastroso. «La squadra - ammette Baldini - ne ha risentito ma il tecnico ha dettato poche regole e noi avalliamo completamente le sue scelte». Sabatini si allinea. «La regola va rispettata da tutti. Questa è la Roma che vogliamo e passa anche per decisioni impopolari o che possono produrre un danno tecnico». Farlo capire alla città, di nuovo inferocita, è la prossima missione. Forse impossibile.