La penna degli Altri 20/02/2012 10:58
Ancora Borini, la Roma si rialza

PERUZZO SI RIPETE - Ma oltre al gol di Borini, la Roma ha costruito molto, e se mai, la colpa è stata quella di non mettere al sicuro una vittoria, ampiamente meritata ma in bilico sino alla fine. Non ci è riuscita per una serie macroscopica di errori sotto porta, soprattutto nella ripresa, quando ha sbagliato ko facili e decisivi. Ci si è messo anche Peruzzo, arbitro da segnalare alla protezione civile, perchè capace di grandi disastri. Lo stesso che negò alla Juve un rigore evidente, per fallo di mano di Vergassola. Bene, si è ripetuto candidamente. Un tiro di Gago è stato respinto da Ferrario col braccio in piena area e invece di fischiare il rigore, Peruzzo ha visto un fuorigioco non si capisce di chi, perchè solo De Rossi era oltre la linea, ma senza partecipare all'azione.
I gol la Roma li ha sbagliati un po' con tutti e nella ripresa. Al 16 Totti, non ispiratissimo: solo sul secondo palo ha alzato troppo il pallonetto; al 34 Rosi, completamente libero in area, ha calibrato male il diagonale facilissimo; e ancora, nel finale, prima Lamela e poi Marquinho, appena entrato, si sono fatti ribattere la conclusione da Mirante in uscita. Uno sperpero indecoroso, che la Roma avrebbe potuto pagare a caro prezzo sull'unica occasione costruita nella ripresa dal Parma con Okaka: ma l'ex si è fatto ipnotizzare da Stekelenburg che gli ha ribattuto il tiraccio.
PRODEZZA DI BORINI - Uno che invece sbaglia raramente davanti alla porta è Borini. E' lui che ha deciso tutto a metà primo tempo, concludendo degnamente una ripartenza bellissima e fulminante della Roma: azione avviata centralmente da Pjanic, appoggio rapido sulla trequarti per Gago, corridoio libero per Borini che da destra si è accentrato e appena in area ha fulminato Mirante con un diagonale. Borini alla fine è stato il migliore di tutti, gol a parte, e paradosso, il Parma ultradifensivo ha perso la partita su un contropiede romanista. Il primo tempo della Roma del resto è stato un monologo. Ha tenuto palla per 22 minuti, contro i 9 di un Parma che è rimasto in soggezione, senza mai graffiare con Giovinco e Palladino. La Roma è stata molto più attenta ed equilibrata del solito, dietro non ha ballato sia per l'attenta vigilanza di De Rossi che per la grande applicazione di Juan. Ma tutta la squadra è stata brava nel riconquistare subito palla, aggredendo già nella metà campo avversaria. Questo pressing alto e feroce, che soffoca gli avversari, è tra le cose migliori che la squadra riesce a fare ormai con una certa continuità.
PARMA RINUNCIATARIO - Il Parma è stato troppo rinunciatario nel primo tempo, si è leggermente ribellato al dominio romanista nella ripresa, ma costruendo solo una vera occasione, quella sprecata da Okaka. Donadoni ha dato alla squadra un equilibrio tattico evidente, utilissimo, ma in certi casi, come questo, eccessivamente difensivo. Messa così la squadra, anche per uno come Giovinco diventa difficile inventare qualcosa di buono. Prima con Palladino, poi con Okaka, non ha avuto mai un partner affidabile, nè la squadra è salita il necessario per sostenere la fase offensiva. Può darsi che il Parma abbia pagato anche il faticosissimo mercoledì con la Juve, o può darsi più semplicemente che il possesso palla della Roma obblighi a volte gli avversari a subire e basta. Se gli attaccanti di Luis Enrique non avessero sparato a salve, il Parma avrebbe subito una lezione più dura