La penna degli Altri 23/01/2012 10:18
Una Roma bella d'inverno

Adesso la giovane banda di Luis Enrique ha unidentità, un gioco collaudato grazie a uno spartito leggermente modificato in corsa e condiviso in pieno dai giocatori, più la forza dei solisti. La classe delleterno e polivalente Totti, i gol di Osvaldo prima dellinfortunio, la carica esplosiva di Lamela, la personalità di Pjanic e Gago, la sicurezza riportata da Stekelenburg tra i pali di una porta maledetta, la solidità difensiva ritrovata (in parte) grazie allesperienza di Juan ed Heinze, la capacità di Taddei, Simplicio e Greco di riciclarsi e farsi trovare pronti al momento giusto. Tutte queste armi rendono equilibrato, almeno nelle aspettative, il confronto di domani con l'imbattibile (per ora) Juve di Conte. I voti più alti nelle pagelle del primo semestre vanno a Luis Enrique, Totti e Lamela. Il tecnico, protetto dalla società, si è tappato le orecchie nel momento più difficile e ha trovato le soluzioni per sbloccare la sua Roma. Ma, in fondo, lo spagnolo è stato bravo soprattutto a non cambiare lidea di fondo e convincere un gruppo allinizio molto scettico a seguirlo. Il capitano è il simbolo della trasformazione: lennesimo record raggiunto con la doppietta al Cesena è un dettaglio rispetto alla sua ritrovata leadership tecnica in un ruolo che sembrava non appartenergli più. Gli elogi, da Alemanno in poi, si sprecano. E persino Prandelli gli invia un messaggio in vista dellEuropeo: «Se a fine campionato - dice il ct sul capitano - ci fossero giocatori con grande personalità in buone condizione saranno presi in considerazione». Nellattacco di Luis Enrique Lamela ha fatto il resto: ad appena 19 anni è il peggior incubo di qualsiasi difesa. Quello che funziona supera di gran lunga i problemi seminati in un cantiere ancora aperto. Allappello mancano i gol di Bojan, la freschezza che Josè Angel doveva riportare sulla fascia sinistra, la forza fisica di Kjaer e il contributo di qualche «vecchio»: Perrotta, Cassetti e Pizarro sono comparse. A voler essere cattivi, lo è diventato anche DiBenedetto: oggi il presidente torna a Trigoria ma il vero volto americano della Roma è quello di Pallotta.