La penna degli Altri 23/01/2012 08:34

Totti ha 'conquistato' Luis Enrique. Con genio e tocco s'è ripreso la Roma

Sembra quasi che nella foto Eidon per cominciare a segnare in serie A abbia voluto aspettare di diventare maggiorenne. Da allora, dalla stagione '94-95, non ha più smesso e se per Altafini e Meazza, distaccati ormai di sole cinque reti, il destino è segnato, anche Nordahl a quattordici lunghezze finirà con l'essere raggiunto e superato. Perché, come dice Francesco con la massima semplicità, «altri due anni e mezzo e ce la faccio».

Quel giorno, facciamo della primavera 2014, sarà sulla strada del suo 38esimo compleanno. Siamo onesti: quando all'ormai quasi trentatreenne capitano Rosella Sensi rinnovò il contratto allungandoglielo di altri cinque anni, a tutti sembrò trattarsi di un omaggio alla bandiera e di un assai poco oculato investimento.

Errore.

Di valutazione e di prospettiva. Oggi ha vinto anche lo scetticismo di Luis Enrique, andato ad aggiungersi alla lunga lista di allenatori che adorano quel suo far viaggiare il pallone alla stessa velocità di un pensare calcistico che precede sempre o quasi quello degli avversari. L'elisir di lunga vita di un che per forza di cose non ha più il dinamismo di un tempo, è proprio racchiuso nei colpi calcia come nessun altro e nella capacità di far correre il cervello. Luis Enrique lo ha capito così bene da mettergli intorno una squadra-frullatore, dove la corsa e il pressing sono il pane quotidiano dei , dei , dei Greco, solo per parlare di quelli che con Lamela hanno asfaltato il Cesena.

Uno scudetto, qualche coppa Italia, e, con la maglia azzurra, un titolo di campione di mondo, questo ha raccolto . Poco. Fosse andato altrove, avrebbe vinto di più e forse conquistato quel
Pallone d'oro che manca in bacheca. Ma non sarebbe diventatoil più grande cannoniere della storia del calcio italiano con la stessa maglia. La maglia della sua Roma. Un titolo che non gli toglierà più nessuno. Vuoi mettere?