La penna degli Altri 31/01/2012 09:14

Ma davvero la Roma rischia di cadere nell'«anonimato»?

1 Paura legittima, ma cosa dice realmente la classifica della Roma?

Sesto posto, a quattro punti dall'Europa League e a sette dalla . Oltretutto, con un pezzetto di partita da recuperare a Catania (si parte dall'1-1). In teoria, tutto è ancora possibile. Nel male, ma pure nel bene. In pratica, le prossime tre sfide daranno un senso forse definitivo alla stagione giallorossa: Cagliari, Inter, Catania. Con due vittorie e un pareggio, la squadra di Luis Enrique potrebbe ancora dire la sua. Impresa possibile? Non per la Roma involuta di domenica pomeriggio.

2 Cosa è successo contro il ?

Escludendo (sicuri?) ulteriori strascichi della cena dello scandalo e dando per buone le certezze di Luis Enrique («La squadra fisicamente stava benissimo», ha giurato), resta il fatto che la Roma è tornata improvvisamente lenta, slegata, imprecisa, soprattutto prevedibile. E non può essere stato tutto merito del di Pioli. La questione vera è proprio la prevedibilità della manovra di Luis Enrique. Bastano un paio di mosse anche abbastanza semplici a smascherare i limiti del possesso palla dell'asturiano. Il tecnico ne è consapevole («Come giochiamo lo hanno capito tutti»), ma va avanti per la sua strada, sempre con quel tono un po' provocatorio (che pure è assai apprezzato dalla dirigenza): «La nostra proposta sarà sempre la stessa, sono sicuro che sia più facile vincere le partite se le controlli». Ma è altrettanto sicuro che ci credano pure i suoi giocatori?

3 Dubbio lecito. Basta rileggersi le dichiarazioni di Taddei e Juan...

Già. Rodrigo domenica è stato particolarmente lucido. «Tutte le squadre che ci affrontano arrivano preparate, dopo averci studiato — ha detto negli spogliatoi —. Forse è arrivato il momento di trovare altre soluzioni di gioco. O almeno, di velocizzare la nostra manovra». Juan, invece, ha puntato il dito sulle difficoltà del suo reparto (e non è la prima volta). «Con questo modulo di gioco, noi difensori possiamo andare in difficoltà nell'uno contro uno. E poi succede di prendere quel gol da Di Vaio». Due membri autorevoli della sua squadra avanzano perplessità. Che risponde Luis?

4 , invece, è rimasto in silenzio.

E di nuovo a secco. Meno peggio di Bojan e Lamela, ma pure lui ricaduto nella mediocrità. Ha cercato con inconsueta insistenza il gol e ha finito con i nervi a fior di pelle: forse era meno sereno che in altre occasioni. Di sicuro, il suo rendimento condiziona ancora tantissimo quello della squadra. Se gira , il motore va. Altrimenti, si inceppa. Anche qui, forse, andrebbero trovate alternative. Vero Luis?

5 Però conteranno qualcosa le assenze di e Osvaldo...

Pesano tantissimo. Sono il collante e il terminale della squadra. È un motivo di conforto per la Roma sapere che prima o poi torneranno a disposizione di Luis Enrique. Il problema, anche qui, è capire che tempi hanno ancora. salterà Cagliari e proverà a esserci contro l'Inter. Osvaldo, invece, ha altre due settimane di convalescenza, quando il destino della Roma potrebbe essere già scritto. E poco sposterà l'aggiunta di Marquinho, da giovedì. Luis Enrique ci crede poco.