La penna degli Altri 29/01/2012 09:48
Luis Enrique: "Doppietta di Lamela"
La squadra di Luis Enrique, reduce dalla sconfitta/eliminazione in Coppa Italia, ma capace di infilare una striscia di quattro vittorie di fila in campionato (Catania, per ora, non conta) prima del ko di Torino, vuole in un solo colpo cancellare la figuraccia di martedì scorso e zittire tutte le polemiche che hanno accompagnato il gruppo nel post Juventus.
A proposito: Luis in merito a tutta la faccenda, nata e cresciuta tra soffiate e smentite trigoriane, ieri ha raccontato la sua verità con serenità. «Per la prima volta, dopo una partita persa non ero arrabbiato, ma qualcuno ha detto che ero imbufalito (qualcuno in società, ndr): ho imparato una parola nuova. Mi fa piacere che i giocatori vadano a cena insieme. Ogni giorno vedo come si comportano, i tifosi possono stare tranquillissimi. Vedo miglioramenti continui, è un piacere allenare questa squadra. Sono convinto che contro il Bologna il gruppo darà il cento per cento», le parole dello spagnolo. E ancora. «Penso che un professionista possa anche andare in giro per la città: per me non cambia nulla. Sono convinto, ripeto, che la squadra darà il massimo come sempre e poi andrà di nuovo a cena. Io non vado perché così possono parlare male dellallenatore(...)».
E il comportamento monacale che, secondo lo stesso Luis, dovrebbero avere i giocatori? «Io ho quasi vissuto una vita monacale da calciatore, ma sono uscito a cena tante volte in quindici anni da professionista. Non dirò se era il momento giusto o meno, sapevo che andavano e non ho detto nulla. Continuo a ripetere che ho la massima fiducia nei calciatori e che la Roma vista a Torino, per me, è stata bella. Ecco perché ai miei giocatori non ho rivolto critiche ed ero sereno...».
Ci sono state perplessità per il programma di lavoro dopo la sconfitta di Torino (...) «Così fanno gli allenatori moderni. Partiamo per andare a giocare lo stesso giorno, non facciamo il ritiro. Per me dopo una partita c'è una stanchezza più mentale che fisica. Che si vinca o meno, dopo la partita - quando si può, perché giocando ogni tre giorni è impossibile - il giorno dopo è sempre libero e in quello seguente si fa un differenziato tra quelli che hanno giocato più di 45' e quelli che non hanno giocato (ma non sempre è andata così, ndr).
Il mio preparatore atletico è bravissimo, io sono uno scemo ma lui no, e pensiamo che il lavoro debba essere cosi. Magari sbagliamo, chiaramente penso di no, ho fatto cosi sempre, anche nei tre anni del Barcellona, e la mia squadra è sempre stata ad alto livello fisico». Luis vorrebbe le partenze di altri due, tre giocatori («Ma non chiedetemi i nomi»), spiega il rendimento negativo della Roma contro le grandi («Solo il Milan, però, ci ha messo veramente in difficoltà, ma al ritorno sarà diverso perché stiamo crescendo»), stima Stefano Pioli, allenatore del Bologna («La Roma dopo Milan e Juve, è la squadra più forte del campionato», il parere del tecnico avversario), si aspetta una gara complicata, si fida poco del successo di metà dicembre («Il Bologna ha cambiato modulo») e punta forte su un giocatore, Lamela, reduce dallespulsione di Torino. «Se giocherà? Sì, giocherà.E segnerà due gol, farà lOlimpico tremole (tremare in italiano, nr) e poi pagherà la cena ai compagni...», il virgolettato dellallenatore. Totoformazione: Burdisso, Osvaldo e De Rossi out. Pizarro probabilmente non verrà convocato, al pari di Cicinho. Dubbio Bojan-Borini in attacco. Nel gruppo, ieri, anche Nico Lopez.