La penna degli Altri 23/01/2012 08:41

Lamela&Borini tra danza e coltello E la Roma vola via

E rivederlo due volte (e sempre all'Olimpico) in così poco tempo è un bel segnale...

Stimmate Uno danza sulla palla che sembra quasi di vedere le gesta di Nureyev, l'altro la attacca con la ferocia tipica di un leone. Uno, Erik, quel modo di «pastellare» il pallone lo ha imparato da piccolo, giocando a calcio a 5, dove con la suola si accarezza il pallone facendolo scorrere. L'altro, Fabio, tutta quella voglia e cattiveria (agonistica) un po' ce l'ha dentro, un po' se la porta dietro dall'esperienza vissuta in Inghilterra, tra Chelsea e Swansea. «Il periodo vissuto nel calcio inglese mi ha insegnato a sacrificarmi per la squadra», ha detto sabato sera, subito dopo la fine della partita con il Cesena. Lì, a fianco di capitan , lui e Lamela si sono alternati sugli esterni d'attacco. Prima Erik a sinistra e Fabio a destra, poi viceversa. Quasi come due allievi al fianco del maestro d'orchestra. Ma che allievi...



Incroci Del resto Lamela, che ha sempre ammesso di voler giocare da trequartista, sta trovando invece la sua consacrazione proprio giostrando da attaccante esterno. A sinistra, esattamente dove fino a qualche mese nella Roma di Montella giocava Mirko Vucinic, l'uomo con cui (idealmente) Lamela incrocerà le armi domani sera a Torino, nell'attesa sfida dei quarti di finale di Coppa Italia. Erik (che sabato sera ha festeggiato a colpi di asado i due assist al bacio a , in un ristorante argentino nelle vicinanze del Policlinico Gemelli) per ora ha già avuto il merito di far scomparire velocemente nella gente giallorossa i rimpianti per Mirko. A distanza di sei mesi, Vucinic è già nel cassetto dei ricordi. Ora, la gente danza con Erik e lui con i suoi compagni di squadra.


Gerarchie «L'esultanza? L'ho fatta per la prima volta al Chelsea, simboleggia il coltello tra i denti», dice , che tornato in campo dieci giorni fa dopo oltre mesi di stop per infortunio, ha avuto modo di far vedere quel coltello già un paio di volte. «Con questo modulo posso esprimere meglio le mie caratteristiche», ammette. E ad esserne contento è soprattutto Luis Enrique, che in Fabio ha creduto subito, conquistato dalla sua grande voglia e disponibilità. L'impressione è che oggi Fabio abbia scalato le gerarchie nella scala del tecnico asturiano e si sia messo alle spalle Bojan, sempre troppo poco incisivo, guadagnandosi praticamente i galloni da titolare. Poi, quando tornerò anche Osvaldo, allora tornerà ad essere il primo cambio del tridente titolare (Osvaldo--Lamela). Nel frattempo, però, ha convinto la società a non prendere un'altra punta. Con il coltello tra i denti, anche quando guarda l'amico Erik che danza sul pallone...