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La penna degli Altri 17/01/2012 09:01

Falcao: «Roma, non fare a meno di De Rossi»

Ottobre di otto anni fa, in un’altra intervista concessa proprio al Romanista, Falcao lo piazza almeno un paio di gradini sopra Cassano: « ha carattere e fisico, è il futuro di questa squadra, mentre Cassano va aiutato a crescere». Touché, Totò. E quando Daniele non attraversa un periodo felicissimo, Falcao lo giustifica: «È normale che possa attraversare un momento no. Ma poi i grandi sono capaci di uscire fuori dalle situazioni difficili. Perché hanno il vantaggio di saper giocare al calcio». Non è amore, è un’oggettiva valutazione che il Divino fa dell’uomo-giocatore-tifoso romanista . L’uomo di cui «la Roma non può fare a meno». Chiaro il concetto, no? E se non è amore quello di Falcao per , è amore quello di per Falcao. Però ci sta, perché Daniele, nato nell’83, è esattamente quel figlio che chiede al papà Albertochi era Paulo Roberto. «Non potevo mica prendermi il 9 - disse una volta , spiegando perché in azzurro aveva voluto la maglia numero 5, quella del Divino - e il 5 è un numero che mi è sempre piaciuto. Avrei voluto prenderlo anche alla Roma, ma lo prese invece Mexes che aveva appena firmato (nel 2004, ndr). So che il 5 a Roma rappresenta Falcao, giocatore simbolo del secondo scudetto, ma ho preso il 16 perché è il giorno in cui è nata mia figlia».

La figlia. Gaia. Ecco, quello sì che è Amore. Ma un altro Amore, quello con la a maiuscola. La Roma non può essere paragonata a Gaia, come per nessun padre del mondo. La Roma è un’altra cosa, ma è la cosa più importante all’infuori della famiglia. Lo è ogni romanista, lo è quindi per Daniele. È questo l’errore in cui si cade spesso, quando si parla del rinnovo di . "Non firma, non è della Roma". Ma che cazzata. Non firma (non ancora), perché è una trattativa complicata, come la definisce qualche fonte bene informata, che porterebbe (o porterà) Daniele a legarsi con la Roma per altri quattro o cinque anni. Ma a che cifre? È con quale eventuale clausola rescissoria? Di questo si discute, di questo si sta trattando. è il massimo che c’è, è pure più forte di Xavi (tanto per citare il modello barcellonista che fa così tendenza), tra due settimane sarebbe libero di firmare altrove. Se ha aspettato fino a questo punto, è perché alla Roma ha concesso l’ultima parola. Poteva decidere di andare altrove già molto tempo fa. Senza indugiare. Al Real avrebbe vinto di più, o comunque prima. Non è successo, non ancora, perché il rimpianto è sempre quello. «Quello di poter donare una sola carriera alla Roma». È lo stesso rimpianto che aveva anche il 24 luglio dell’83. Quando le maglie andavano dall’1 all’11. E Falcao era già Re. Quel giorno, nacque l’erede.