Se Francesco Rocca ti stringe la mano, dell’inchiostro non ne hai bisogno. E tutti i giornalisti lo sanno. Oggi però, per molti, vale più una twitterata, uno pseudo-virgolettato di una mezza frase riportata e forse detta col condizionale a qualche collega della Nazionale, di una lunga intervista radiofonica successiva in cui ci si candida alla fascia futura di capitano della Roma. "Sarò capitan Presente" è un virgolettato di De Rossi che per me ha un valore assoluto. E non posso accettare di vederlo discusso. Giornalisticamente intendo.

E invece non c’è partita. Tra le parole di prima mano e quelle di quarta c’è chi preferisce quest’ultime. E dovrebbe solo per questo rifare l’esame. Non pensiamo di sbagliarci neanche un po’ nel credere che ci sono uomini, specie se giallorossi dentro, che hanno una parola sola. E De Rossi è uno di questi. Come non pensavamo che la firma sul contratto di Baldini rappresentasse un problema. E infatti non lo è stato per nessuno. E che dire della bestemmia che veniva accuratamente lucidata ogni sera di un complotto Baldini-Enrique per far appendere gli scarpini al chiodo al Dio di Roma, al Re dei Re, all’uomo che più di ogni altro al mondo rappresenterà per sempre la Lupa nell’atto di calciare? Il mondo è strano e mettere le mani sul fuoco puo’ rendere "muzi scevola" in un attimo. Corriamo questo rischio volentieri, senza Se e senza Ma. Sfidiamo tranquilli i "retroscenisti" perché siamo prima di tutto cronisti. E poi Romanisti. Come Totti, De Rossi, Losi e Francesco Rocca