La penna degli Altri 31/12/2011 10:05

"Lo vogliamo!"

Filosofia? A parte che la filosofia è molto importante nella storia dell’umanità, perché aiuta a organizzare i pensieri e dare un senso all’azione, può darsi che all’inizio ci fossero tante parole e pochi fatti. Era tuttavia chiaro, a chi non fosse mosso dalla miope difesa dei vecchi privilegi e dal pregiudizio, che ai fatti occorreva dare il tempo di dipanarsi. I tifosi l’hanno compreso, hanno avuto pazienza e espresso un vero e proprio programma di governo (altro che Monti!) in quello striscione che recitava "Mai schiavi del risultato". Che non vuol dire che non ci interessano i risultati, che sono sempre la misura di una sfida sportiva, ma che a noi Romanisti "ce piace" ottenerli in un certo modo: perseguendo un’idea di calcio, senza piegarsi alle prime difficoltà.

Ora che le cose cominciano a girare i soloni di cui ha parlato su questo giornale Massimo Ghini s’inventano "l’italianizzazione" di Luis Enrique, ma non nel senso, che sarebbe sacrosanto, che Lucho prende confidenza con la nostra lingua e con il nostro paese, bensì per insinuare che avrebbe seguito i loro infausti e incompetenti consigli e reso quindi la Roma più tradizionale. Come ha scritto su queste pagine il guru Cagnucci e ribadito il marine d’assalto Romita, confortati entrambi dalle parole di Franco Baldini, e Claudio (che ringraziamo per il forum sulla Roma Futura che pubblicheremo integrale nell’edizione del 2 gennaio) è avvenuto esattamente il contrario: la Roma ha cominciato a girare quando si è liberata dalle vecchie abitudini e i giocatori hanno cominciato a giocare a memoria secondo la nuova filosofia di gioco.

«Benvenuti nel calcio moderno», come ha dichiarato con sfrontatezza tutta Romanista Luis Enrique: squadra corta, difensori che attaccano, attaccanti che difendono, centrocampisti "totali". Questa è la nostra Roma, che brilla con le sue stelle di sempre, il sopra ogni altro, e un che, come dice Francesco «o firmi o firmi!» (e secondo noi firmerà perché questa firma è una certezza come il sole che sorge tutte le mattine), e un Taddei tesoro ritrovato, e poi i nuovi che, senza nulla togliere a chi ha già dimostrato il suo valore e a chi ha bisogno di un po’ di tempo per sbocciare, ha trovato in Stekelenburg, , Lamela e Osvaldo dei veri e propri campioni, alcuni dei quali con grandi margini di miglioramento Dunque, ora sono tutti pronti a salire sul carro romanista, senza neppure la buona educazione di chiedere permesso. Dove prima si stava larghissimi ora si sta molto stretti. A noi non ce ne importa nulla, possiamo anche scendere e spingere da dietro, purché la nostra Roma vada avanti, a noi basta essere a posto con la nostra coscienza che, a differenza di altri, teniamo in grande considerazione. Il 2012 può cominciare con una grande rincorsa e produrre grandi risultati. Ce li ha spiegati e li leggerete integralmente sul giornale del 2 gennaio. Non li prefissiamo, come fa chi si prepara a crocifiggerti se poi non li raggiungi. Noi sappiamo solo che questa Roma merita il nostro amore e il nostro sostegno, sappiamo che ci faranno felici e noi faremo felici loro.

Quando? Nell’amore vero il tempo non conta nulla, conta vivere insieme ogni momento come fosse l’unico. E per noi la Roma è un unico grande amore, tanto più questa, così piena di vita e di futuro. Il Romanista, se voi ci aiuterete, acquistandoci in edicola, abbonandovi, seguendoci sul web che sarà molto più sviluppato, ci sarà. Già è un miracolo essere ancora qui, avendo ereditato una situazione drammatica e dovendo lottare tutti i giorni contro difficoltà oggettive e contro tutti i gufi che vorrebbero spegnere questa voce libera che si è conquistata il diritto ad esistere alla luce del sole e con l’enorme sacrificio della sua redazione e di tutti i soci della cooperativa. Siamo qua, saremo qua, con voi e per voi.