La penna degli Altri 04/12/2011 09:39
La lezione di due tecnici. Fuori Cerci e Osvaldo

Non sono due santi e non sono due pazzi. Sono due allenatori che credono in poche ma fondamentali regole per far funzionare un gruppo. Si assumono le loro responsabilità e rischiano in proprio. Luis Enrique chiude così il caso Osvaldo: «Non sono stato io a farlo uscire dallo spogliatoio, ma ora è un tema chiuso. Lo so anch'io che era meglio giocare contro la Fiorentina con lui in campo, ma non ci sarà. La cosa più facile sarebbe stato dare una multa e dimenticare tutto. Osvaldo è un bravo ragazzo, con un cuore grande, ma deve essere punito. Ci sono cose che non si possono fare. Non è una dittatura, ma ci sono delle regole da rispettare. E vale per tutti. Se lo fa Barusso lo mettiamo su un albero e se lo fa Totti gli stendiamo un tappeto rosso?». Il gruppo sopra tutto: «Ma voi mi parlate sempre di un calciatore singolo: se gioca, se non gioca, se si è infortunato, se è arrabbiato. È un discorso stancante. Serve il gruppo».
E Delio Rossi? E la Fiorentina in mezzo alla tempesta? «Questa è stata una settimana intensa, in cui non ci siamo fatti mancare nulla, però mi aspetto che la Fiorentina giochi serena e onori la maglia che indossa, senza condizionamenti. Non siamo all'ultima di campionato, non siamo davanti a un verdetto». E come spiegare ai tifosi i comportamenti di alcuni giocatori? «In tutte le società civili ci sono delle regole e chi le infrange viene punito. Non metto i giocatori alla gogna mediatica, ma se i problemi escono all'esterno non faccio come Ponzio Pilato. Noi siamo pagati per lavorare, non per andare alle feste».