La penna degli Altri 23/12/2011 09:43
Ieri, oggi e domani. E la Roma di Lucho
Una Roma per niente italianizzata, tanto per scendere anche noi nella mischia del più demenziale dibattito parolaio di quella città calcisticamente parolaia che è diventata Roma. La domanda concettualmente malposta in una conferenza stampa e la risposta linguisticamente incerta di un asturiano ingenuo ed eroico nello sfidare in una lingua che non è la sua insinuazioni e malizie di ogni tipo, sono diventate il tormentone senza capo nè coda dellultima settimana. (...)
Abbiamo visto i soliti furbacchioni di casa, ceffi solcati da villanzona burbanza ammonire lasturiano venuto da Marte: Sì, caro Luis, arrivano i risultati, ma sappilo, arrivano solo perché ti sei italianizzato. Tentativo questo sì, molto italiano, molto provinciale, di esorcizzare lo straniero venuto a predicare nel pollaio alias deserto di casa (Luis Enrique, si sa, ama i deserti). La Roma di Bologna è al cento per cento la squadra di Enrique, che si balocca con la palla tra i piedi, ma lo fa mille volte più rapida, (...)
Ridicolizzata anche la storia dellEnrique integralista. Taddei e Simplicio, due scarti della prima ora, oggi titolarissimi, bastano e avanzano come prova. Tralasciando il fondamentale riverbero che questo ha nello spogliatoio. La squadra sa di potersi fidare di un allenatore e delle sue scelte, qualche volta sbagliate ma sempre oneste. Il Francesco Totti che sinventa un mare che non cè a mostrar le chiappe chiare è un uomo felice come da tempo non vedevamo, anche senza gol, solo per essere una stoffa pregiata dellaquilone. Felice quasi quanto Luis Enrique, che sinventa, proprio lui lasceta, un panettone da mangiare, migliaia di calorie da bruciare e altri deserti da attraversare.