La penna degli Altri 12/11/2011 09:26

Totti: «Sto bene, sono pronto»

Attesa, soprattutto, di tornare a giocare. Dopo un mese e mezzo. Per raccontare la voglia di campo del bastano due parole: «Sono pronto». Le ha dette lui, al termine di un’altra giornata di allenamento, prima di andare a r e g i - strare la puntata di "C’è posta per te" di cui sarà protagonista stasera e alla vigilia di un weekend senza campionato, buono solo per alimentare le nostalgie. «Sto bene e sono a disposizione». Si allena da giorni col gruppo, ride e scherza. E vuole solo giocare. manca in campo dal primo ottobre, giorno della partita contro l’Atalanta.

Sono passate cinque settimane, in mezzo praticamente una vita. La vita della Roma, fatta di 2 vittorie e 3 sconfitte in 5 incontri senza di lui. Sembrava un problema muscolare di poco conto, sembrava che contro la Lazio dovesse esserci per tornare ad essere - ancora una volta - il loro incubo peggiore e invece è stato costretto a saltare non solo il derby, ma anche le partite contro Palermo, , Milan e Novara. Al suo posto si sono alternati Lamela e , entrambi con buoni risultati. Ma contro il Lecce, domenica prossima, vuole esserci. Poi starà a Luis Enrique decidere ma sembra impossibile non vederlo, di nuovo al suo posto con una maglia da titolare. A casa sua. Alla vigilia di cinque partite che diranno tanto, se non tutto, sulle ambizioni della Roma. Di fronte un avversario che solo a sentirlo nominare fa venire i brividi ai romanisti. Non tanto per quello che rappresenta oggi con Di Francesco (campione d’Italia con nel 2001) in panchina, Bertolacci e Corvia in campo ma per quello che ha rappresentato in passato. E se c’è qualcuno che nella Roma incarna passato, presente e futuro è proprio .
 
Contro il Lecce il cercherà il primo gol stagionale, il numero 208 in serie A, l’undicesimo ai salentini. La prima volta che li ha affrontati è stato un anno dopo il suo esordio in serie A: era il 27 marzo 1994, ma il gol non arrivò. Bisogna aspettare tre anni, alla terza giornata del campionato 97-98, per vedere Francesco andare in rete: all’Olimpico la Roma vince 3-1, dopo di lui segnano Di Biagio e Balbo. Un altro gol arriva nel 99- 2000, alla dodicesima giornata la squadra allenata da Capello rifila tre reti al Lecce e ad aprire le marcature è proprio Francesco. Nell’anno dello scudetto arriva un altro gol (al Via del mare), così come la stagione successiva, quando ad ottobre annichilisce il Lecce con una doppietta. È l’autunno il periodo in cui il ama far gol ai salentini, visto che anche nel 2008 segna al Lecce a novembre. Le ultime due reti Francesco le realizza il 19 aprile 2009, in casa: la Roma vince 3-2, lui realizza una doppietta. Decisiva, ma questa non è neanche una notizia. La notizia invece è che non segna dal 22 maggio, giorno (anzi sera) di Roma-Sampdoria, ultima giornata dello scorso campionato. Per uno come lui è un’enormità, dovuta alle difficoltà della squadra nella prima parte della stagione, al nuovo ruolo che lo fa stare più lontano dalla porta e, in ultimo, all’infortunio muscolare del primo ottobre quando, nel secondo tempo di è stato proprio lui a chiedere il campo. Doveva essere quello il campanello d’allarme, perché , di sua iniziativa, dal campo non uscirebbe mai.
 
Il gol arriverà, comunque. Basta rivedere tutta la sua carriera per capire che ogni attesa, con lui, è destinata ad essere colmata da qualcosa di ancora più grande. Con ogni attesa vale sempre la pena di essere vissuta per tutto quello che poi arriva dopo. Lo sanno i tifosi. Lo sanno i compagni. Lo sanno anche, e spesso soprattutto, gli avversari. Ecco perché ieri Alessandro Del Piero nel ringraziare sul proprio sito tutti quelli che gli hanno fatto gli auguri per il compleanno ha fatto soltanto un nome: «Grazie France’», le sue parole. Il capitano della ha festeggiato 37 anni. Anzi, come ha scritto lui 3+7. Che fa 10. È roba loro. Sua e di .