La penna degli Altri 06/11/2011 11:16

Se a Luis Enrique vengono i cinque minuti



Dipende dai punti di vista: Luis Enrique è un audace perfezionista, o un dannatissimo sperimentatore che si crogiola nel dubbio. Il dibattito è aperto, i partiti già schierati. I fatti ci dicono che la Roma di Novara scende in campo con la dodicesima formazione diversa in dodici uscite ufficiali, che  per la prima volta gioca da interno anziché da centrale, che Taddei giostra da terzino come contro l’Inter, che l’esterno Cassetti viene preferito a Heinze come centrale difensivo. Alcune novità lasciano perplessi per l’ardire, identico è invece l’atteggiamento della squadra, alla ricerca costante del palleggio e del fraseggio, fin dalle rimesse dal fondo di Stekelenburg che non calcia mai lungo, ma appoggia corto ai lati dell’area. Sopra ogni cosa c’è il Disegno, il Progetto, sta agli interpreti adeguarsi.



Di sulla destra beneficia Rosi, spesso lanciato al galoppo (e anche al tiro in corsa come al 22’: a lato), Taddei a sinistra fatica in appoggio ma poi si assesta, mentre il problema ultimo è l’attacco leggero: Osvaldo partecipa parecchio ma non affonda, Lamela è a disagio negli spazi stretti (solo un sinistro centrale al 6’) come
, cui non riesce di risucchiare i difensori per imbucare il pallone in area. La tonnara della trequarti novarese assorbe ogni spunto, soffoca il fraseggio quando sta per diventare incisivo, costringe il tridente avversario a intasarsi al centro. Tesser ha studiato bene la lezione. Metteteci che il pallone, sul campo zuppo e sintetico, sguscia e schizza e rimbalza via con scarsa prevedibilità: ne esce 
una partita spezzettata, primo tempo privo di occasioni, i portieri felicissimi di rubare lo stipendio. A proposito del campo: non fosse stato sintetico, questa partita non si sarebbe potuta giocare, perché anche qui piove forte da giorni e nelle ultime ore è stata disposta l’evacuazione di alcune zone lungo il fiume Sesia. Un campo di erba vera non avrebbe retto.



La partita è della Roma, che mangia metri al Novara crescendo intorno a Gago, ottimo nel gioco d’anticipo, e a , che ha personalità superiore. Entra Bojan per il tenero Greco e subito trova la porta dalla distanza al 19’ (Fontana respinge a fatica). E’ la fase decisiva della gara, la Roma avanza e offre il primo contropiede a Meggiorini che approfitta di uno scivolone di Cassetti, ma sul suo sinistro Stekelenburg compie una deviazione decisiva perché 4’ dopo arriva il gol romanista: Gago, superbo, ruba palla a Meggiorini a 20 metri dalla porta,
vede l’inserimento di Bojan e gli offre un babà sulla destra dell’area, conclusione volante in scivolata e 1-0. Ultimo sussulto del Novara (palo esterno di Porcari dal limite) poi Osvaldo mette il cappello sulla partita col suo quinto gol stagionale: corner da sinistra che spiove sull’attaccante, piedi ben piantati a terra e colpo di testa accarezzato a tagliar fuori un distratto Paci. Palla nell’angolo, e
la rivoluzione può continuare.