La penna degli Altri 02/11/2011 09:30

Pjanic: il ragazzo dai piedi d'oro ha incantato Totti e Luìs

Da qualche giorno ha lasciato l’albergo in cui ha vissuto nella prima parte della sua avventura romana, ha preso casa e si è ancora più tranquillizzato. Sereno, a Roma, lo è stato fin dal giorno del suo arrivo a Fiumicino perchè sapeva che la società giallorossa aveva fatto di tutto per prenderlo, su segnalazione di Luis Enrique. «Qui credono in me», ha confessato qualche giorno fa a un giornale francese. Una sensazione, la sua, rafforzata dai sorrisi e dagli sguardi affettuosi del gruppo: con Heinze parla in francese, con Juan e Kjaer in tedesco, in italiano con e Borriello, i suoi colleghi più amici, «tutti sanno che amo giocare con la palla e fanno di tutto in modo che io possa esprimermi e mostrare le mie capacità». Nonostante i ventuno anni, è sbagliato etichettare (calcisticamente) come un giovane inesperto: essendo (stato) una specie di bambino prodigio, gioca calcio vero da almeno cinque stagioni. Basti pensare che nella seconda al Lione, dopo un anno di ambientamento, (20 presenze, nessun gol), si prese un grande spazio andando gradualmente a sostituire il mito Juninho: 37 gare, 6 gol e 9 assist in campionato, 12 gare, 4 gol e 4 assist in nella stagione 2009/2010. Indimenticabile il gol dell’1–1 siglato contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu, decisivo ai fini del passaggio ai quarti di finale. Assente , sabato contro il Milan ha messo in mostra un altro pezzo del suo repertorio, i calci piazzati. Con una tecnica che ricorda, e neppure poco, quella che usava il suo maestro Juninho, cioè con il pallone che viaggia verso la porta avversaria senza girare su se stesso, abbassandosi in un attimo. In precedenza si era fatto apprezzare, tra l’altro, per gli assist confezionati a beneficio di Fabio Simplicio () e Osvaldo (Lazio-Roma). Non poco, visto il panorama generale.