La penna degli Altri 13/11/2011 10:43
Osvaldo, il grande giorno è vicino

A maggio finiva la sua stagione con lEspanyol e i suoi pensieri erano tutti per la permanenza in Spagna, ad agosto il trasferimento a Roma, la fiducia di allenatore e società, i gol, le perplessità dei tifosi trasformate in applausi e, ciliegina su una torta già ricca, la convocazione in Nazionale. E martedì, quando allOlimpico ci sarà lUruguay di Cavani, potrebbe esordire dal primo minuto. In quella che, da un paio di mesi, è casa sua.
Qualcuno potrebbe dire: Osvaldo è con lItalia perché in attacco ci sono tanti infortunati. Vero, probabilmente. Ma è vero anche, e non si può negare, che Osvaldo sia in azzurro per meriti suoi. Da quando è alla Roma il suo comportamento (maglietta del derby a parte, per cui è stato ripreso immediatamente dai dirigenti) è stato ineccepibile.
In campo, dove in 10 presenze ha messo a segno 5 gol, e fuori, dove del presunto brutto carattere di cui si parlava ai tempi della Fiorentina non è rimasta traccia. Allora il suo allenatore era Prandelli. Lo stesso di oggi. Lo stesso che lo ha voluto in azzurro, che lo ha trovato diverso, più maturo, più uomo. Lo stesso Osvaldo, nella prima conferenza a Coverciano, ha ammesso i suoi errori di gioventù: «Quando ero più giovane volevo giocare sempre, anche se avevo davanti grandi giocatori. Adesso sono cresciuto, ho capito molte cose e sono una persona diversa». Diversa sì, ma fino a un certo punto. Perché la voglia di giocare cè sempre, anche se accetta con serenità qualsiasi decisione dellallenatore.
Che sia Prandelli o Luis Enrique. Debuttare dal primo minuto con lItalia a Roma davanti a tutta la sua famiglia è - sarebbe - il suo sogno. E poco importa se la partita contro lUruguay è solo unamichevole: Osvaldo vuole sfruttare al massimo ogni possibilità che gli viene concessa perché, Roma a parte, punta ad andare allEuropeo. Chi in Polonia e Ucraina ci sarà sicuramente è Daniele De Rossi. Punto fermo dellItalia, sembra difficile che Prandelli gli conceda un turno di riposo proprio nella partita che si giocherà allOlimpico. Daniele, daltronde, oltre che giocatore imprescindibile del centrocampo azzurro, è sempre di più uomo squadra. Basta vedere limmagine del gol di Balotelli: appena lattaccante del Manchester City segna, prima bacia lo stemma sulla maglia poi riceve labbraccio dei compagni. E il primo, con un sorriso grande così, è proprio De Rossi. Che fa gruppo tanto che ieri sera ha portato gran parte della squadra a cena fuori. La scelta è caduta sulla Taverna Trilussa. Con De Rossi unaltra quindicina di azzurri, tra i quali Balotelli, Aquilani, Montolivo, Pirlo, Pepe, De Sanctis, Ogbonna e Pazzini.