La penna degli Altri 27/11/2011 10:33
Lucho, perché stupire?
La squadra messa su per il nuovo corso è giovane, ma certamente non così debole da perdere 6 delle prime 14 partite stagionali. E quel che lascia ancor più perplessi è che (a volte) le sconfitte sono sembrate nascere da problemi interni più che dalla forza dellavversario incontrato. Sensazione confermata dal ko subito sul campo dellUdinese. E allora proviamo a porre cinque domande a Luis Enrique, giovane tecnico spagnolo scelto per il progetto targato DiBenedetto-Unicredit. (...) E, infine, se proprio non si pensa che ad attaccare, perché a Udine si è cambiato chiedendo agli esterni di non spingere più di tanto? Cinque perché, per capire un po di più della Roma di Luis Enrique.
La formazione. Nella partita vinta per 2-1 contro il Lecce, la Roma ha mostrato una delle sue migliori facce di questa prima parte di stagione. Nella sfida seguente, quella di Udine, Luis Enrique avrebbe dovuto cambiare soltanto una pedina: Rosi infortunato imponeva unalternativa per la fascia destra. I cambi scelti dal tecnico, tra una sfida e laltra, hanno riguardato invece cinque pedine: i due esterni, un centrale difensivo, un centrocampista e di conseguenza, visto che Pjanic è stato spostato più avanti, il trequartista. Cancellato il centrocampo di qualità (De Rossi-Gago-Pjanic) che aveva impressionato una settimana prima. E allora la domanda, come si diceva un tempo, nasce spontanea: perché tutti questi cambi? (...)
Gago. Nella partita di Udine, al minuto 29 del secondo tempo, la Roma si trovava sullo 0-0. Fino a quel momento le emozioni non erano state tante, né da una parte né dallaltra. A parte il ritardo del primo cambio scelto da Luis Enrique, linterrogativo è un altro: perché togliere Gago che fino ad allora era stato uno dei migliori? La scelta di inserire un attaccante (Bojan), già adottata a Novara, ci poteva anche stare, ma allora sarebbe stato meglio sostituire Greco, che non aveva brillato. (...)
Nessuno sa mai nulla. Non è protezione della privacy tecnica, è verità. Luis Enrique annuncia la formazione alla squadra unora, massimo unora e mezza prima delle partite, e né i dirigenti, né i giocatori la conoscono o la intuiscono in anticipo. Certo, De Rossi e Stekelenburg immaginano di essere titolari. Più o meno anche Osvaldo e Pjanic. Ma per tutti gli altri non esistono certezze fino al momento in cui lallenatore elenca i nomi dei titolari. (...)
Alla vigilia di Inter-Roma, seconda partita di campionato, Luis Enrique aveva annunciato solennemente «Giocheremo sempre con tre attaccanti». Giovedì, prima di partire per Udine, aveva assicurato: «Attaccheremo per novanta minuti». Non è andata proprio così. Allo stadio Friuli la Roma ha giocato con una punta vera, Osvaldo, che tra laltro ha giocato defilato, un trequartista come Lamela in posizione avanzata, e un centrocampista, Pjanic. E quasi unabiura, già vista in altre circostanze: contro Lazio, Milan e Novara. Perché? (...)
Due gol incassati per altrettanti fuorigioco saltati. La Roma ha perso a Udine una partita in stile zemaniano, più che barcelonista. Lidea di una linea difensiva molto alta, a volte sulla riga di metà campo per accorciare la squadra, è affascinante e redditizia se i meccanismi difensivi funzionano. Ma in un periodo di fragilità generalizzata può diventare un regalo allavversario. Basta un errore e addio. Ieri Di Natale e Isla si sono divertiti ma in parte ne aveva approfittato anche Meggiorini, che a Novara ha tirato contro Stekelenburg la palla del possibile 1-0. (...)