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La penna degli Altri 03/11/2011 08:39

Giocatori, orari, modulo: l'asturiano non ha fatto nessun passo indietro

Luis Enrique sta facendo così, checché se ne dica, checché ne dicano quelli che non vedono l’ora di vederlo saltare. Quando la Roma aveva cominciato a vincere (due di fila tra Parma e l’Atalanta) in molti per difendere la loro pregiudiziale posizione iniziale anti-spagnolo si erano affrettati a dire che "Luis Enrique ha capito il calcio italiano e ha trovato degli accorgimenti". E adesso che ne ha perse 3 delle ultime 4 cosa è successo? Luis Enrique è tornato sulle sue convinzioni barcelloniste e basta? E come mai Sacchi dice che - casomai - i risultati sono venuti meno proprio quando Luis Enrique ha cercato di smussare un po’ certe sue spigolature? Comunque - nel caso - solo un po’. Perché da metà agosto a oggi Luis Enrique ha sempre giocato nella stessa maniera: due centrali di difesa, un regista davanti a loro, due intermedi a centrocampo, due esterni che si fanno (o si dovrebbero fare) tutta la fascia, un trequartista e due attaccanti. Punto e basta. Semplice. E’ stato così e sarà ancora così. Soltanto un po’ più offensivo (tra le cose che Luis Enrique imputa alla squadra c’è l’incapacità di cominciare a difendere, più o meno tutti e dieci, a cominciare dalla metà campo avversaria).

Comunque ogni scusa è quella buona per cercare di far vacillare la posizione - pure strasalda - del tecnico. Ieri mezza Roma ha cominciato a raccontare la storiella che lo spagnolo si è fatto mettere subito i piedi in testa dai giocatori dopo la decisione del giorno prima di svolgere tutti gli allenamenti al pomeriggio. Motivo? Ieri l’allenamento è stato svolto in mattinata. Peccato che - da tempo - erano programmati per la mattinata di ieri dei prelievi ai giocatori. Quindi nessun passo indietro, nessun compromesso, nessuna confusione. né in campo, né sugli orari e nemmeno negli atteggiamenti con giocatori, squadra e dirigenti. Per chi non l’avesse capito: Luis Enrique sarà l’allenatore della Roma per molto tempo ancora. Novara o non Novara. La rivoluzione culturale è proprio questa e in tanti non l’hanno ancora capita.