La penna degli Altri 22/11/2011 09:20
Centrocampo, nessuno come noi
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Ma per il momento basta soffermarsi su di loro, su tre giocatori tanto diversi ma che si miscelano a meraviglia, perché in fondo la lingua parlata, quella calcistica, è la stessa. È la lingua dei piedi buoni e della materia grigia, del cervello. Qualcuno ha ancora dei dubbi? Allora non resta che guardarsi attorno, a quello che offrono le tre grandi del nostro calcio. La Juve capolista, in mezzo al campo non è messa affatto male con Vidal, Pirlo e Marchisio. Ma in quanti farebbero a cambio? E chi sarebbe disposto a barattare i nostri tre con quelli del Milan campione dItalia? A Firenze cerano Aquilani, Ambrosini e Seedorf. Grandi giocatori, per carità, ma la sensazione di potenziale, presente e futuro, di quelli romanisti è unaltra cosa. Come nel confronto con lInter, che da anni ha, a detta di tutti, la rosa più ampia e forte dItalia. Stankovic, Thiago Motta e Cambiasso sono quelli che hanno giocato col Cagliari. Stessa domanda: fareste mai a cambio?
La verità è che la Roma si è ritrovata (e non per caso, ma per bravura) tra le mani un centrocampo da sogno. A cominciare dalluomo che è lanello di congiunzione tra il passato e il futuro e che, nel frattempo, rende meraviglioso il presente. Questo per De Rossi doveva essere un anno decisivo, della verità, nel bene o nel male. La risposta è lì, sul campo, con Daniele che è stato il migliore fin dalla prima partita, perno del gioco di Luis Enrique, il primo a interpretarlo al meglio. Pjanic è invece arrivato a Roma preceduto dalla fama delle sue qualità tecniche, ma anche dai dubbi sulla maturità di un giocatore di soli 21 anni. E invece Miralem è arrivato, è entrato in campo e non ne è mai uscito. Servendo assist a raffica e trovando domenica il primo gol che è facile perché Taddei è bravo a dargliela, ma anche perché lui è bravo a indicargli dove vuole la palla. La sorpresa delle ultime settimane è invece Fernando Gago. Anche se parlare di sorpresa per un nazionale argentino che viene dal Real Madrid è quasi uneresia. Solo che la sua stella sembrava essersi offuscata. Non era così, i miopi erano quelli di casa al Bernabeu. Franco Baldini lo ha capito e lo ha voluto fortemente. Lui giorno dopo giorni ha conquistato tutti. Gago e De Rossi sembrano aver sempre giocato assieme. Si scambiano di ruolo di continuo, con naturalezza, con facilità, senza quasi doverselo dire. Tra grandi basta unocchiata per capirsi. Una triangolazione di sguardi, che per gli avversari è come il triangolo delle Bermuda. Gago, De Rossi, Pjanic: il trio delle meraviglie.