La penna degli Altri 29/11/2011 08:55
Cambiare idea non è debolezza ma intelligenza
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Alla resa dei conti ci sarebbe voluta una replica dellangosciato interrogativo dello Special One: «Porque?». Non si sono avute risposte accettabili, né dallincrollabile ottimismo del tecnico, né dallo scetticismo di Walter Sabatini, la sensazione è che un po tutti si siano malamente incartati, proprio nel momento in cui la dilatazione dei tempi avrebbe inevitabilmente prodotto una tempesta mediatica di proporzioni abnormi, perfino in relazione alla routine quotidiana, quasi mai serena. Ma, anche volendo archiviare una parentesi tecnica meritevole di convinta meditazione, la legge che esclude limiti al peggio è tornata imperativa, con la tragicommedia relativa all'Osvaldo furioso e alla gestione, goffa e umorale, dellintera vicenda. Erik Lamela aveva reagito con spirito cristiano, magari senza porgere laltra guancia visto che una era già segnata, però invocando indulgenza nei confronti del colpevole.
E dunque pugno di ferro, un pugno che però la società si è data in faccia, aggravando pesantemente un danno che era stato di ordine mediatico prima che pratico. Perfino inutile rievocare l'antica leggenda del marito automutilato per dispetto, qui mancava anche una moglie da colpire negli affetti più cari. Pesante multa e tirata dorecchie verbale, qui andava circoscritto l'episodio, per sgradevole che fosse, Osvaldo avrebbe pagato il giusto, in termini economici, mentre lesclusione dalla rosa per gli impegni agonistici ha rappresentato una forma di autolesionismo non facilmente spiegabile. Le ultime da Trigoria, con qualche palpito per la caviglia di Totti e un Borriello da lavoro differenziato, prospettano un avvilente panorama per la trasferta di Firenze. Se poi qualcuno dovesse censurare un eventuale passo indietro, visto che comunque Osvaldo si allena normalmente, peggio per lui. Ammettere di avere sbagliato non sarebbe un atto di debolezza, ma di intelligenza.