La penna degli Altri 11/10/2011 10:42
Tre anni dopo, ancora Osvaldo

Si giocava a Tel Aviv contro Israele - terra di integrazione forse impossibile -, sulla panchina cera Pierluigi Casiraghi e per Osvaldo era la presenza numero 15 con lItalia, tutte collezionate nel giro di un anno, visto che a volerlo in nazionale era stato lo stesso Casiraghi, che laveva convocato la prima volta nellautunno del 2007, quando da poco aveva preso il posto di Gentile sulla panchina degli azzurrini. Quella maglia tornerà a infilarsela stasera a Pescara - e cè da scommettere che sulle tribune ci sarà anche il suo primo maestro Zeman -, visto che Prandelli dovrebbe impiegarlo almeno per uno spezzone di partita nellultimo impegno del girone di qualificazione a Euro 2012 contro lIrlanda del Nord. Qualificazione che lItalia ha in tasca già da un mese, al punto che la sfida di stasera servirà più che altro da passerella: «Anche chi partirà dalla panchina dovrà farsi trovare pronto - ha detto il ct rispondendo alla domanda sullimpiego di Osvaldo -. Vediamo, valuteremo tutto». Ieri nella rifinitura Prandelli ha provato il tandem leggero Cassano-Giovinco, ma per lattaccante della Roma non è detto non possano esserci sorprese. Argentino di nascita, italiano per amore: ha sposato una ragazza di Firenze e insieme a lei un intero Paese, una maglia con cui gareggiare.
Come Fiona May. Una scelta che non ha mai rimpianto, come ha sottolineato nei giorni scorsi parlando nellaula magna di Coverciano: «Calcisticamente sono cresciuto qui e spero di restare in Nazionale a lungo». Camoranesi, per cui faceva il tifo ai Mondiali, non ha mai cantato linno: «Io invece sì - ha detto Osvaldo senza battere ciglio -, lo faccio sin dai tempi dellUnder 21». La sua risposta alle parole del leghista Cavallotto («Nazionale pensione di oriundi») ha colpito con la stessa efficacia della mitraglia che mima quando segna: «Sono più italiano di loro, è incredibile che prendano di mira pure i giocatori del Sud». Parole che sono piaciute al presidente federale Gaincarlo Abete: «Osvaldo ha risposto molto bene alla domanda posta sul suo utilizzo in Nazionale. Il nostro Paese ha sempre dimostrato la capacità, in tutti i settori, di saper coniugare lintegrazione con la legittimazione e con la dimensione della pari identità di tutti quelli che sono cittadini italiani». È un autunno caldo quello di Osvaldo, fra gli ultimi ad aggregarsi alla comitiva azzurra dopo il forfait di Pazzini e - ironia della sorte - di quel Balotelli cui è subentrato quellultima volta a Tel Aviv. Una convocazione che ha premiato le tre reti consecutive nella Roma, proprio lui che nella Fiorentina faticava a trovare spazio con Prandelli. «Ma allora ero giovane e volevo strafare», ha ammesso lattaccante sfoderando uno di quei suoi sorrisi un po malinconici da tanguero triste. Tre anni e diversi tatuaggi dopo è tutto diverso, e non solo perché in Spagna ha segnato 20 gol in 44 partite con lEspanyol. DellOsvaldo furioso di allora, lOsvaldo innamorato di oggi conserva una cosa sola: la maglia azzurra.