La penna degli Altri 25/10/2011 10:08

Stekelenburg con tutto se stesso


In una occasione del genere il 50 per cento dei portieri si butta sul pallone come una furia ad occhi chiusi. Un altro 49 per cento gli occhi li tiene aperti, ma solo per controllare la situazione. C’è poi quello striminzito 1 per cento che gli occhi li spalanca per mettere la mano dove il corpo non arriva. Ecco, Stekelenburg fa parte di quella elite. Un ristretto gruppo di super portieri, di numeri uno, anche se lui veste il 24 di un altro Super (Marco Delvecchio) capaci di fare la differenza, di portare a fine stagione una manciata di punti in più. Un da grandissima squadra Stekelenburg, che non a caso mesi fa era stato contattato anche dal Manchester United per il dopo van der Sar. E fa sorridere il fatto che la prestazione col Palermo arrivi nel giorno in cui all’Old Trafford l’uomo che è stato scelto al suo posto, De Gea (pagato l’esorbitante cifra di 18 milioni di euro), incassa sei gol, non tutti esenti da colpe, nel derby con il . Problemi di altri, non della Roma che si gode il primo olandese della sua storia. Mentre lui si gode la prima vittoria in giallorosso. Quella che stava per diventare un tabù. Troppe partite senza poter festeggiare: la coppa, l’esordio shock in campionato con il Cagliari e lo shock, stavolta più grave e fisico, del colpo alla tempia da Lucio contro l’Inter. Tutto superato, tutto alle spalle. E lo aveva già fatto vedere nel derby, aldilà del risultato, con uscite tra i piedi degli avversari. Altro che caschetto protettivo («non è roba per me» aveva detto), altro che paura. Giù a occhi aperti, a braccia spalancate a parare tutto, a conquistarsi applausi e successi. Come sempre