La penna degli Altri 04/10/2011 09:14
Roma, Pjanic studia da Totti
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Il Pianista, che gira con in tasca tre passaporti e un autografo di Zidane (il suo idolo), conosce 4 lingue ma quella che preferisce la parla con i piedi ed è la stessa di Totti. «Puoi passarla anche agli altri la palla, non solo a Francesco», lo sfottono in allenamento i compagni notando la notevole intesa tra i due. Pjanic sorride, ma solo per un attimo. È un tipo che non si lascia andare e cè da capirlo: a 13 mesi in braccio a mamma e papà fuggì dalla Bosnia dilaniata dalla guerra dei Balcani. «I miei genitori (musulmani, ndr) hanno deciso di rifugiarsi prima in Germania poi in Lussemburgo. Mio padre cominciò a giocare a calcio (serie B lussenburghese, ndr) e io, che stavo a guadarlo, ben presto volli imitarlo», ha raccontato Pjanic.
Innamorato del pallone. Ecco come definire il piccolo Miralem: «Palleggiava per ore», racconta il padre. Solo calcio, nessun tatuaggio, zero vita mondana, un sogno: diventare un campionissimo. La squadra dei sogni? Il Real Madrid che, però, nel 2010 non esitò di punire segnandogli un gol da antologia nei quarti di Champions. I suoi unici altri interessi: il cinema e il poker. Nel tempo libero preferisce stare in famiglia (non è fidanzato) piuttosto che frequentare discoteche o locali alla moda. «È lacquisto dellanno», si è lasciato scappare vinto dal rimpianto il ds laziale Tare. Pjanic tra due settimane far di tutto per dargli ragione.