La penna degli Altri 20/10/2011 13:19
Riva: "Le bandiere costano: la Juve ha già dato tanto a Del Piero"
![](https://m.laroma24.it/IMG/CALCIATORI 1/BIG-del piero spalle maglia bianconera.jpg)
«Ho letto e sentito qualche critica per i modi, chiamiamoli freddi, con i quali il presidente della Juve Andrea Agnelli ha confermato quello che già si sapeva. Dico solo che siamo al passo con i tempi...».
Tempi in cui è difficile legare i sentimenti al pallone...
«Tempi in cui bisogna fare i conti, soprattutto economici. La Juve ha intrapreso una svolta che altri club italiani nemmeno pensano: a Torino hanno uno stadio europeo e, avere uno stadio del genere, comporta determinate strategie. Fino ad oggi hanno puntato ed investito su Del Piero, da domani non sarà più così».
Soldi e investimenti: strano ascoltare queste parole da chi è stato la bandiera del Cagliari per tutta la carriera.
«Vorrei fare una riflessione che capovolge la prospettiva con cui ci avviciniamo a situazioni del genere. Mi spiego meglio: oggi in molti pensano, e giustamente, a quanto Del Piero ha dato alla Juve. Io penso anche a quanto la Juve ha dato a Del Piero».
Ovvero?
«Stiamo parlando di un campione che ha avuto la fortuna di incontrare una società che lo ha voluto legare al proprio destino per quasi vent'anni. Ecco, il punto è questo: Del Piero è stato fortunato a potersi allenare, vivere e giocare nel club meglio organizzato d'Italia per tutti questi lunghissimi anni».
Bandiere con strappo o senza. Ma, in futuro, sarà possibile discutere su casi alla Del Piero?
«No, è impensabile. Dirò una banalità, ma ormai il calcio risponde solo a logiche economiche. Guardate Eto'o: l'attaccante dell'Inter sembrava destinato a chiudere l'ultima parte della carriera a Milano, poi sono arrivati i russi. Senza scomodare l'esempio Ibrahimovic».
Niente più giocatori simbolo, dunque?
«Se il giocatore simbolo è anche quello che guadagna il doppio dei compagni di squadra, forse qualche situazione che rafforzi il legame fra calciatore e squadra del cuore potrebbe ancora verificarsi. Ma visto che, come dicevo, ormai prevalgono altri interessi, resto molto scettico».
Con lei, il «suo» Cagliari si mostrò freddo quando decise nel 74 di terminare la carriera in Sardegna.
«Freddo, ma non nel 74. Ricordo che avrebbero ceduto al corteggiamento dell'Inter nel 68-69 e a quello della stessa Inter e della Juve l'anno dopo. Poi vincemmo lo scudetto e non se ne parlò più. Quando si fa riferimento al 74, quella fu l'estate in cui qualche dirigente mi avrebbe ceduto per avere in cambio quattro o cinque giocatori dalla Juve».
Lei è il team manager della Nazionale. Che ricordo ha del Del Piero conosciuto in azzurro?
«C'è un prima e un dopo. Il prima è il ricordo di un professionista gentile, umile, disponibilissimo che giocava con e per la squadra. Poi, una volta che non è stato più convocato in Nazionale, ho conosciuto un altro Del Piero. Stiamo parlando comunque di un ragazzo che non lascia mai niente al caso, alle sue spalle c'è un intero staff che ne segue ogni passo».