La penna degli Altri 10/10/2011 10:33

Osvaldo: «Più italiano dei leghisti»



Alza le spalle e cambia argomento. Cavallotto non merita altro spazio. Ne ha avuto sin troppo. E il centravanti della Roma preferisce concentrarsi sul nuovo Osvaldo. Tanto diverso da quello che aveva lasciato l’Italia nel gennaio del 2010, da non voler parlare di rivincita. «Prandelli mi aveva dato fiducia anche alla . Avevo davanti Gilardino e Mutu, eppure entravo spesso e qualche partita da titolare l’ho pure fatta. Ma ero giovane e non capivo. Ogni volta che andavo in campo volevo fare tutto e alla fine, invece, capitava che non facevo niente. Ora capisco le cose. Le ho capite quando sono andato all’Espanyol. Sono cambiato, più come persona che come giocatore. E apprezzo quello che ho. In nazionale spero di non essere una meteora». È felice di stare a Roma, ma non vuole parlare del derby: «Per scaramanzia, lo farò dopo». È contento di Luis Enrique,ma gli allenatori che hanno segnato la sua giovane carriera sono altri due: «Zeman, che a Lecce mi ha insegnato i movimenti e Prandelli, anche se ora i miei compagni diranno che sono ruffiano».



Inevitabile tornare sulla scelta di giocare per l’Italia. «L’ho maturata quando ho deciso di

rispondere alla convocazione della Under 21. Sono nato in Argentina, ma calcisticamente sono cresciuto da voi. Ho parlato con Camoranesi, che mi ha dato tanti consigli. Lui non cantava l’inno, io invece sì. L’ho fatto nella Under e anche contro la Serbia in panchina».
E in panchina Osvaldo siederà anche domani sera a contro l’Irlanda del Nord. Ieri, nella prova generale a porte chiuse, accanto a Cassano, Prandelli ha sistemato Giovinco, che così, dopo aver collezionato 5 presenze, potrebbe esordire dal primo minuto. Provati anche Cassani e Balzaretti sugli esterni, Nocerino in mezzo al campo (con Pirlo e De Rossi), Aquilani trequartista al posto di Montolivo.