La penna degli Altri 04/10/2011 10:52
Osvaldo, l'attaccante dei due mondi
Inutile guardare troppo avanti, meglio godersi un giocatore al quale è servito davvero poco per convincere i tifosi romanisti che lui nella nuova Roma ha tutto per starci e da protagonista. Ma non solo, perché quello che fino a pochi mesi fa per quasi tutti era solo uno sbiadito ricordo di un attaccante della Fiorentina, ora è un giocatore conteso da due nazionali. "Dani", così lo chiamano tutti, è nato in Argentina, ma è naturalizzato italiano, e quindi può giocare con luna e con laltra squadra. In realtà ha già vestito la maglia azzurra a livello di under 21, ma con quella maggiore ancora nulla. Eppure potrebbe essere solo questione di tempo, perché la selezione Argentina comincia a seguirlo e Cesare Prandelli lo tiene costantemente docchio, da anni. Il ct azzurro e Osvaldo si incrociarono per la prima volta a Firenze nel 2007, dove Pablo arrivò dopo le esperienze allAtalanta e al Lecce. Il tecnico ne apprezzò subito le qualità, ma non riuscì a trattenerlo quando decise di andare a Bologna. Ieri il ct è tornato a parlarne dal ritiro azzurro a Coverciano: «Seguo Osvaldo, è un attaccante moderno. Lho avuto alla Fiorentina, ora è tornato maturato dalla Spagna». Dietro langolo potrebbe esserci dunque una convocazione.
Sempre che non arrivi una chiamata anche dal Sudamerica: «Cè anche la nazionale argentina che ha cominciato a ronzargli intorno - ha detto a Centro Suono Sport Filippo Fusco, lintermediario per lItalia dellattaccante giallorosso -. Lui si sente argentino, ma molto più italiano di tanti calciatori che vestono la maglia azzurra. Osvaldo ha sempre avuto un ottimo rapporto con Prandelli, fin dai tempi di Firenze. Quando lui decise di lasciare la squadra viola, Prandelli provò in tutti i modi a convincerlo a restare». Fusco si è poi soffermato sul momento felice che lattaccante sta vivendo nella Capitale: «Questo gioco lo esalta. Nelle ultime due gare, infatti, ha avuto 7-8 occasioni da rete, sintomo che la squadra lo ha messo in condizioni di calciare verso la porta». Insomma, le perplessità al momento del suo arrivo sembrano essere svanite, e Pablo appare felice della scelta fatta: «E come non potrebbe esserlo - prosegue Fusco -. Voleva giocare in una grande squadra e la Roma lo è. In tanti hanno detto che la prima avventura italiana di Osvaldo si è conclusa con un fallimento. Non sono daccordo. La vera e unica tappa negativa è stata quella di Bologna, con la società felsinea che comunque aveva speso molto per portarlo in rossoblù. Si è parlato anche del costo del cartellino di Osvaldo, ritenuto troppo elevato: negli ultimi due anni ha segnato un gol ogni due partite, ha giocato nella nazionale Under 21. Il prezzo sborsato per le sue prestazioni è stato onesto».