La penna degli Altri 11/10/2011 09:30
Nel mondo di Luis Enrique
Qui, nei 612 ettari di verde e nello sfarzo di un comprensorio vip, blindato 24 ore su 24 dai vigilantes, con gli affitti che possono costare anche 20.000 euro al mese, ha scelto di vivere Luis Enrique. LOlgiata è famosa in tutta Italia per il controverso delitto della contessa Filo della Torre, avvenuto 20 anni fa, ma in città è conosciuta come un territorio ostile ai romanisti. Perché Formello, la casa della Lazio, dista solo 10 chilometri. E così molti giocatori tradizionalmente si sistemano da queste parti, dove si sentono più il nitrire dei cavalli che i cavalli delle automobili. Della Lazio di oggi solo Rocchi (ha acquistato casa) e Klose (appena arrivato in affitto) sono rimasti allinterno delloasi. Ma in passato erano molti di più. Compreso Ivan De La Peña, che aveva accompagnato Luis Enrique nellavventura romana prima di cambiare idea e rientrare a Barcellona.
E stato appunto De La Peña a suggerire la soluzione Olgiata. Sia per la privacy garantita da una discrezione assoluta ( «La villa di Luis Enrique? Nessuno sa dove sia» assicurano gli abitanti della zona), sia per la comodità della scuola inglese a cui sono iscritti due dei tre figli, Pacho e Sira: solo pochi minuti di macchina, sulla Cassia. Il suo mondo romano è lontano dal centro di Roma e dal centro della Roma. Ma almeno in questi giorni che laccompagnano al primo derby, Luis Enrique potrà conoscere meglio la mentalità degli avversari...
IL BAR - «Li faccio io, con le mie mani: li provi, sono speciali» . Tony è siciliano ma da molti lustri si è trasferito allOlgiata. Il vanto del suo bar è costituito dai cannoli, quelli veri, che si devono prenotare in anticipo perché siano freschi: «Così la ricotta non disturba la pasta sfoglia » . La ricetta deve avere affascinato anche Luis Enrique, che spesso si ferma qui per la colazione. « Ordina cappuccino, sempre » spiega la ragazza dietro al banco con un sorriso complice.
Il «capuccio» , come lo chiama lallenatore su Twitter, è una specie di mania italiana di Luis. Anche a Trigoria i baristi sanno cosa consumerà, prima ancora che lo chieda. [...]
E se non deve correre a Trigoria, si rilassa nei tavolini allaperto. «Io simpatizzo per la Roma - continua il proprietario del bar - ma di calcio capisco poco. Quando ho sentito la prima volta parlare di Luis Enrique, pensavo fosse un cantante... Però poi ho apprezzato il personaggio: una persona educata, cordiale. Non come lex allenatore della Lazio che viveva qui. Come si chiamava? ». Delio Rossi? Non ha mai lasciato lOlgiata dopo laddio a Lotito:«No, quello che veniva dal Milan ». Zaccheroni.« Ecco. Con lui non cè mai stato grande feeling, diciamo così. Non era un mostro di simpatia».
IL CIRCOLO - Uno dei più grandi motori di socializzazione è il cane. Quante volte due sconosciuti iniziano a parlare mentre i rispettivi amichetti si rotolano nei prati? E successo anche a Luis Enrique e Marzio Pescetelli, gestore di uno dei circoli sportivi che sono nati allinterno del comprensorio dellOlgiata. Calcio a cinque e tennis, un classico. Lallenatore della Roma ha due cani ( «Mi ha detto che sono di una razza sudafricana» spiega Marzio) a cui tiene tantissimo. Sembra che siano Ridgeback rhodesiani, cacciatori grossi e veloci, a pelo corto. Luis Enrique li porta in un prato vicino alla sua villa, nei pressi dellingresso Sud, una specie di punto di ritrovo per i proprietari di cani.
«Luis è un ragazzo a modo - continua il gestore del circolo, che è proprio a un passo - grande appassionato di calcio ma non di tennis. Gli ho chiesto se potesse interessargli giocare da noi, mi ha risposto che non è uno sport per lui. Invece lo vedo spesso in bicicletta. A volte con i figli. Magari si ferma qualche minuto per prendere una bibita e poi riparte». Nella zona cè anche il ristorante-bar Ribot, intitolato al leggendario cavallo che venne allevato proprio allOlgiata: è uno dei preferiti di Luis Enrique per la cena. Menu mediterraneo a base di carne e pesce, chef egiziano, prezzo sui 40-50 euro.Tra i padroni, i fratelli Pizzichini, cè un tifoso laziale: non mancheranno le battute, nei prossimi giorni.
I VIGILANTES - «Se è venuto per lallenatore della Roma, non voglio comparire: io sono tifoso della Lazio, figurarsi» . Il vigilante dellOlgiata, occhiali scuri e chewing-gum, chiede a modo suo di restare anonimo nel parlare di Luis Enrique. Lincontro avviene allingresso principale del comprensorio, quello più vicino a Formello. Una specie di checkpoint: per entrare nel mondo dorato devi avere referenze precise e un invito ancora più preciso. Non è detto che sia sufficiente, peraltro. In alcuni casi i vigilantes telefonano ai condomini per verificare se qualcuno bara.
E anche dopo aver dato lok, annotano la targa dellauto che entra. Non si sa mai. «Vediamo Luis Enrique tutti i giorni - continua la sentinella dei ricchi - a volte esce in macchina, altre in bicicletta, una specie di mountain bike. E ora chiedete a lui, che è romanista...». Raffaele, laltra guardia, piuttosto indaffarato allinterno di questa piccola sala operativa, sorride al collega: «Qui abita anche lassistente di Luis Enrique, quello con la mano fasciata». Antonio Llorente, il mental coach: si è infortunato proprio cadendo dalla bici. Ma non ha smesso di andarci. Lo ha fatto anche nel weekend, insieme con Luis, tra il parco di Martignano e il lago di Bracciano.
Ma De La Peña che fine ha fatto? «Non lo vediamo da un po». Nemmeno la Roma: «La casa non ce lha più». Il vecchio Ivan lha vissuta per pochi giorni, prima della crisi di identità.
«Non conosco Luis Enrique