La penna degli Altri 26/10/2011 12:01
Malesani, Luis Enrique e la sfida delliPad oscurato

Alberto Malesani e Luis Enrique, che stasera si sfidano per la prima volta in carriera, sono daccordo. «Nessun problema, liPad lo usiamo solo durante la settimana per preparare gli allenamenti e non lo portiamo mai in panchina», è il pensiero dei due tecnici. Che hanno età e carriere diverse ma hanno una visione del calcio molto simile. «Luis Enrique è un allenatore che mi piace. È il futuro e la Roma fa bene a sostenerne il progetto. È chiaro, io sponsorizzo sempre i tecnici italiani perché hanno molto da insegnare. Guardate cosa hanno fatto allestero gente come Capello e Mancini. Cè sempre da imparare ma il tecnico italiano è bravo», sottolinea Malesani, che poi ammette:«Io sono dellidea che lallenatore bravo è quello che fa meno danni possibili. La differenza tra i tecnici italiani e quelli stranieri riguarda, comunque, riguarda laspetto dellorganizzazione mentale. Allestero cè meno pressione: in Spagna, ad esempio, i giocatori arrivano al campo con il sorriso, perché si divertono, sono più sereni. Più facile proporre bel gioco». Il Barcellona è sempre il Barcellona. «Quando cè da guardare una partita in tv, guardo sempre quella dei blaugrana», confessa Malesani. Luis Enrique, tra laltro, era stato proposto al Genoa dal procuratore Dario Canovi prima del contatto con la Roma. «Ho letto sui giornali, ho visto Canovi laltro giorno e mi ha fatto un sacco di complimenti, non so cosa dire...». Luis Enrique: «Attenzione alle ripartenze del Genoa».
I due tecnici hanno iniziato a utilizzare strumenti come lIpad per preparare allenamenti e partite proprio questestate, durante il ritiro estivo di Neustift. Luis Enrique, invece, si è portato dietro labitudine da Barcellona, dove fino a giugno ha allenato il Barcellona B. LiPad diventa strumento sempre più indispensabile di lavoro per tecnici della vecchia e della nuova generazione. Va sostituire piano piano la vecchia lavagna, è strumento utile per lavorare in campo. Basterebbe ne avesse uno il quarto uomo, per rivedere le azioni incriminate e correggere eventuali errori degli arbitri. La Fifa, però, non ne vuole sapere.