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La penna degli Altri 14/10/2011 10:12

Maglie, gesti, battute: Francesco show

Tutto il repertorio Ironico, pungente, feroce, cinico. In una parola, romano. Chiedetegli il perché delle sue uscite, vi risponderà come un attore dei film di Verdone. «Ahò, a me la battuta me piace». In venti anni di calcio e sfottò, quante vittime ha fatto? Ricordate lo juventino Tudor? «Quattro, zitto e a casa», gli intimò con mano a conchetta come il Cencio di Alberto Sordi in Ladro lui ladra lei. I bersagli più gettonati sono i laziali. si è accanito in questi anni, con tutto il repertorio. Magliette celebrative «Vi ho purgato ancora» nel 1999, madre di tutti gli sfottò, gesti estemporanei i pollici in giù nei due derby del 2009-2010, costati 20.000 euro di multa, battute al vetriolo. La migliore, dopo una stracittadina vinta in piena corsa scudetto: «I campionati si vincono con le piccole». Due le vittime preferite. Prima di Reja, c'è stato Zarate, con cui a fine 2009 ingaggiò un duello sui numeri. «Dice che sono finito? Spero di fare altri gol per raggiungere i suoi record, intanto gli faccio 240 volte tanti auguri (come i gol che allora aveva segnato con la Roma, ndr)». E, ovviamente Paolo Di Canio. Quando da una tribuna televisiva lo accusò di non essere un leader, lo fulminò così: «Parla sempre di me, così giustifica il suo cachet. Lui d'altra parte è esperto di bandiere, ne ha sventolate tante nella sua breve carriera... e soprattutto che bandiere!». Colpito e affondato.