La penna degli Altri 31/10/2011 11:25

Ma chi l'ha detto che è Roma baby?

Quasi ventotto anni di età media (27,8) per i giocatori utilizzati finora in campionato (24) e Roma settima nella classifica parziale delle squadre più “vecchie”. Così il dato dell’attuale serie A. Quindi Roma giovane fino a un certo punto. Vero, la sfida persa con il Milan i giallorossi l’hanno terminata con in campo contemporaneamente Josè Angel, , Lamela e Bojan; ma è anche vero che gli altri erano tutti giocatori di buona esperienza.
 
GIOVANI - Che poi sui giovani va fatta una distinzione. , ad esempio. Ventun’anni, arrivato alla Roma dopo tre stagioni di Lione. Il bosniaco ha sulle spalle già 25 partite di condite da 6 gol, di cui uno al Bernabeu con il Real Madrid. Senza contare gli impegni con la sua nazionale. Di Bojan si potrebbe anche non parlare, basterebbe pensare che arriva dal : per lui ci limitiamo ai numeri della Spagna dei grandi, tra Liga e Coppa del Re, 130 presenze e 35 gol. (...)
 
DATI - Il piano della Roma è ben chiaro. Creare una base di squadra con un’età media bassa nel giro di questa stagione; pensando in ottica futura anche ai vari Primavera pronti al salto e ai tanti prestiti in giro per l’Italia che rappresentano dei prospetti molto interessanti. Poi, già dalla prossima stagione, quando squadre più “vecchie” come Milan, Lazio, Inter e (in ordine di età-media tra i giocatori utilizzati in questo campionato) dovranno intervenire pesantemente, il club giallorosso potrà apportare solo qualche innesto mirato e continuare sul disegno impostato. Il problema, e siamo sempre lì, è il tempo che ci vuole e il grado di sopportazione dell’ambiente. (...)
 
IDEA- Di giovane, al di là dei dati anagrafici, c’è senza dubbio l’idea, parola usata molto in questo periodo a Trigoria. Perché va detto che mai e poi mai in Italia si era vista una squadra presentarsi davanti al Milan (per dire una grande) con dei ragazzotti di belle speranze. E fa parte dell’idea che la Roma sta inseguendo: un calcio che sia anche scuola di mentalità, un unico indirizzo tattico, continuità di proposta di gioco. Voglia di attaccare sempre, anche quando il risultato potrebbe permettere altre mosse. Sempre Baldini: «Non possiamo insegnare una cosa per 85 minuti e negli ultimi 5 fare il catenaccio» . Si parla ad esempio, del ko sul campo del . Il gol vittoria dei rossoblù è stato un incidente di percorso, ma la Roma sull’1-1 ha chiuso con terzino, attaccando a testa bassa per provare a prendere i tre punti. Prestazione o risultato: è il dilemma su cui si interrogano in tanti. La perfezione sarebbe riuscire a unire le due cose. La Roma ci sta provando.