La penna degli Altri 16/10/2011 12:28

LA CINQUINA 4. La favola di Biava e Berni

E’ giovedì 19 gennaio e ancora nulla lascia presagire alle dimissioni di Ranieri. La Roma ha appena vinto a Cesena con un gol di Fabio Simplicio (e deviazione decisiva di Pellegrino) al 90’ ed è a soli 6 punti dal Milan capolista, fermato sull’1-1 a Lecce. La Lazio invece ha battuto la Sampdoria grazie a uno dei tanti favori arbitrali che ne hanno caratterizzato il cammino recente: il gol di Kozak è chiaramente irregolare.

Da un po’ di tempo, peraltro, la strategia biancoceleste è quella del pianto preventivo. Anche per la Coppa Italia. Nelle radio laziali c’è chi ha visto 5 irregolarità nell’azione che ha portato all’autogol di Pellegrino a Cesena, il tutto a supporto della teoria del complotto cosmico a favore della Roma. Lotito intanto presenta Lazio Style Radio. Imperdibile la Player List dei giocatori-dj. Imperdibile: Pasquale Foggia presenta Nino D’Angelo, Hernanes lancia cori Gospel, Berni è il metallaro del gruppo, Brocchi il rapper. Peccato che anche su questo siamo arrivati prima noi. Basti ricordare la "Superclassifica Show" che presentò la prima del derby vinto 3-0 nel 1994-95 con Mazzone in panchina. E con titoli tipo "Tu vo’ fa la curva inglese, ma sei nato a Tivolì" o "La nord sventola bandiera bianca". Una ferale notizia però colpisce le speranze romaniste: Reja non convoca Muslera per scelta tecnica.

La valutazione ci sta, visto che nelle ultime occasioni si era distinto per l’immobilità sulla punizione di Vucinic, e per il goffo intervento sul non irresistibile rigore di Borriello. Al suo posto ci sarà Berni, come nei due precedenti di Coppa disputati dalla Lazio, in cui non ha subito nessun go, opposta ad avversari del calibro di Portogruaro e Albinoleffe. Questo l’eroico cammino che ha portato i biancocelesti all’ottavo di finale contro la Roma, già qualificata di diritto. La vigilia romanista è tranquilla, a preparare il derby sono molto più bravi loro.

Una sorpresa però c’è. Nonostante la di , Ranieri lascia Menez e Vucinic in panchina e parte con Borriello e Adriano. Si gioca di fronte a poco più di 40mila spettatori, la Tevere è riservata a scuole calcio, portatori di handicap e over 65. Quindi è quasi tutta vuota. Sono gli anni delle restrizioni e della tessera del tifoso e infatti per protesta la Sud starà per tutto il primo tempo in silenzio. Senza striscioni, tranne uno: “Dino e Flora Viola sempre nei nostri cuori”. Il 19 gennaio non è un giorno qualunque e la memoria del Presidente è sempre viva.

Si comincia. Dalla parte giusta ci sono Julio Sergio, Mexes, Juan, Burdisso, Riise, Greco, , Brighi, Simplicio, Adriano e Borriello. Da quella sbagliata Berni, Lichtsteiner, Dias, Biava, Radu, Hernanes, Brocchi, Gonzales, Ledesma, Zarate, Kozak. Nel primo tempo non succede quasi nulla, a parte l’infortunio di Adriano, al quale esce la spalla. L’ex Imperatore non rientrerà in campo dopo l’intervallo e non vestirà più la maglia della Roma, che nel frattempo ha adeguatamente allargato. La Lazio butta il pallone in avanti speranzo in Kozak, ma a parte un paio di palloni smanacciati da Julio Sergio non mette paura. Non ci vuole poi molto per batterli, come sempre.

Al posto di Adriano entra Vucinic, al posto di Greco, Menez. Roma a tre punte e dopo 7’ arriva il calcio di rigore. Nettissimo, come quelli venuti prima e quelli che verranno dopo. Lichsteiner mette la mano su un cross di Riise, Bergonzi fischia, Borriello segna mandando per terra e dalla parte sbaglita Berni. Quattro minuti più tardi, però, rigore per la Lazio. Zarate anticipa Juan, che lo stende. Da parte laziale s’invoca l’espulsione del brasiliano, la radiazione, l’estradizione, l’arresto e via dicendo. Non riescono proprio a rilassarsi, eppure Hernanes (Floccari purtroppo è in panchina) segna ed è 1-1. La Roma fa la partita, la Lazio fa l’unica cosa che le riesce: si difende. Ma a un quarto d’ora dal termine ruba palla a Ledesma, il primo ad arrivarci è Menez, che all’altezza della linea di centrocampo accelera palla al piede e punta l’area avversaria. In 4 vanno su di lui, qualcuno gli toglie il pallone, ma il primo ad arrivare è Simplicio. S’allunga la sfera, che rimbalza su un altro difensore laziale a caso, forse due. Ma la palla torna da Simplicio, che ha continuato a correre ed è in area di rigore, solo davanti a Berni. Il tocco del brasiliano è preciso, per tempo e direzione, il pallone passa sotto il corpo del da Coppa Italia della Lazio. Solo che avana lentamente, rasoterra, sempre più lento. E Biava corre, sempre più veloce, con la falcata sempre più ampia e la disperazione sempre più dipinta in volto.

E’ ormai trasfigurato quando la sfera varca la linea di porta, così dolcemente che l’urlo della Sud arriva in contemporanea con la rete che si gonfia. Tempo di reazione da , tipo Bolt agli ultimi Mondiali di atletica. E la rete è più gonfia del solito, dato che Biava finisce incastrato come un pesce appena pescato nello stesso angolino dove s’è infilato il pallone. Sta ancora cercando di districarsi mentre Floccari, fortunatamente entrato in campo, tenta una improbabile mezza rovesciata spedendo il pallone in nord. Vucinic sfiora il 3-1, ma il bello deve ancora venire. «Juan andava espulso». «Alla Roma sono capitati episodi favorevoli che a noi non capitano mai». «Eravamo sempre più reattivi». Chi l’ha detto? Guido De Angelis, Stefano Pantano o Edy Reja?