La penna degli Altri 26/10/2011 10:05
E in attacco Borini scalpita
Luis Enrique a Trigoria ne ha parlato benissimo: «Mi piace tanto, sono certo che farà una bella carriera. Mi ha sorpreso per la fame e la voglia che ha, può davvero diventare un giocatore importante». Non è la prima volta che lallenatore loda in pubblico il giovane attaccante, arrivato in prestito dal Parma lultimo giorno di mercato e che finora ha messo insieme 5 presenze per un totale di 228 minuti. E partito titolare contro lInter a San Siro e contro il Parma al Tardini (ma Luis Enrique lha definita «una casualità») mentre in casa è subentrato con Cagliari, Siena e Atalanta. Solo panchina, invece, nel derby e domenica scorsa contro il Palermo. «Ci può stare - ha spiegato ieri il suo procuratore, De Marchi - lui lavora per farsi trovare pronto, come sempre. E sereno, contento e molto convinto e aspetta serenamente il suo turno. Ci sono attaccanti di altissimo livello in rosa e Luis Enrique ha ribadito che Fabio è uno di questi. Hanno fatto panchina un po tutti, anche gente come Bojan e Borriello. Lallenatore farà le scelte per dare alla squadra il
miglior potenziale offensivo. Tutti sono utili - ha aggiunto De Marchi a Vocegiallorossa - e fanno parte del progetto, questo è sempre stato chiaro e seconda degli avversari Luis Enrique farà le sue scelte. E un tecnico giovane ma esperto e come ex giocatore ha un gran rapporto con la squadra. Lui farà sempre la scelta che riterrà opportuna: è lunico che constata giornalmente la forma e la motivazione dei suoi elementi e so che è molto contento del parco attaccanti».
Le parole di De Marchi, che ha giocato nella Roma per una stagione, proprio nel 1991 (anno di nascita di Borini) non sono di circostanza: Luis Enrique è davvero felice delle punte che ha a disposizione e Borini aspetta serenamente il suo turno. Non cè un solo secondo in cui rimpiange la scelta di aver lasciato Parma: non solo è soddisfatto delle presenze messe insieme fino ad ora, ma è anche consapevole che far parte di una rosa di primo livello con un allenatore che insegna calcio come lo spagnolo può solamente far bene alla sua carriera. Daltronde, uno che a 16 anni cresceva a pane e Drogba è abituato a certe situazioni.
E infatti una delle cose che ha colpito di più lo staff tecnico è la maturità «da veterano», come sussurra qualcuno a Trigoria. Lambientamento a Roma è stato rapidissimo: ha preso casa allEur dove vive da solo (e pare sia molto preciso) ma viene raggiunto spesso dalla famiglia e dalla fidanzata Francesca, studentessa di Bologna che gli è accanto ormai da qualche anno e che ha condiviso
la scelta di venire a Roma, nonostante la grande concorrenza, per giocarsi le sue possibilità. Finora lo ha fatto alla grande. E stasera, nello stadio italiano più simile a quelli inglesi dove è cresciuto, potrebbe avere di nuovo unoccasione. Lui non aspetta altro