La penna degli Altri 07/09/2011 09:03
Zeman: «Meglio da esterno». Colomba: «E una prima punta e vuole giocare in quel ruolo»

CENTRAVANTI -Franco Colomba lo ha allenato per tre mesi a Bologna, prima che largentino fosse ceduto allEspanyol:«E un grande talento tecnico e fisico, non gli manca nulla sotto entrambi i punti di vista. E maturato in questi due anni e non mi stupisce che sia tornato in Italia. E tornato con una valutazione diversa rispetto a quando era andato via da Bologna, ma oggi le cifre sono queste, dopo i tanti gol che ha segnato in Spagna. Parliamo di una punta veloce, tecnica, che ha un bel tiro e buon dribbling. E una prima punta e predilige giocare in quella posizione. Esterno? Insomma, ma non spetta a me giudicare come verrà utilizzato nella Roma. Osvaldo vuole giocare da prima punta e questo è stato uno dei motivi che lo hanno spinto a lasciare Bologna. Aveva davanti Zalayeta e Di Vaio, Osvaldo era molto talentuoso ma anche impaziente».
QUALITA -Stefano Colantuono è stato il suo primo allenatore in Italia, quando nel 2006 guidò i bergamaschi al ritorno in serie A. Aveva intuito subito le qualità dellargentino:«Perse quattro mesi per un ritardo del transfert e lho potuto utilizzare poco solo nel finale. Ma si vedeva che aveva qualità. Ho avuto limpressione che fosse un ragazzo serio, a posto, se dopo ha avuto qualche problema non lo so. Quellanno diede il suo piccolo contributo per il ritorno in serie A, il grosso era già fatto, lo feci giocare quando eravamo già al sicuro. Allenarsi senza giocare è sempre difficile».Colantuono racconta come arrivò in Italia il giovane Osvaldo: «Fu unintuizione di Zanzi, che mi segnalò questo giovane attaccante. Adesso che è tornato in Italia può confermare il suo valore, forse in passato può aver avuto un rendimento altalenante, ma credo che adesso abbia trovato la maturazione definitiva. E cresciuto e nellaRoma può fare bene».
SENSO DEL GOL- Pantaleo Corvino lo ha voluto a Firenze dopo i suoi primi passi in Italia:«Lho visto giocare per la prima volta in Argentina in alcuni tornei giovanili, poi è arrivato in Italia, ma per me non è stato una novità. Avevo già intravisto le sue capacità in Argentina. Di lui mi ha colpito la destrezza, la velocità di movimento e di pensiero. Ha una straordinaria capacità di trasformare in una azione pericolosa quello che un attimo prima era un disegno nella sua mente. Ha personalità e un eccellente senso del gol. Non a caso avevo deciso di portarlo a Firenze. Non era una scommessa per me. Il fatto che la Roma ci abbia creduto non mi ha sorpreso, le sue potenzialità non è da adesso che si conoscono».