La penna degli Altri 20/09/2011 09:22

Vai Kjaer. Tatuaggi, vini e Liverpool per il vichingo

In attesa Qui, per ora, l'unico quasi sempre fuori è Juan (ma ieri è tornato ad allenarsi). Poco male, se Kjaer è quello visto con l'Inter, la Roma può dormire sonni tranquilli. Forte e sicuro in fase difensiva, una sicurezza nelle palle alte, non ha mai ceduto al suo litie atavico, la perdita di concentrazione. E se proprio si vuole andare a trovare un aspetto non positivo, sono i tanti palloni gettati in avanti in fase di impostazione. Ma lì dipende dal modulo di Luis Enrique, migliorerà. «È un grande acquisto per il presente e per il futuro della Roma», dice Rino Foschi, d.s. del Padova, l'uomo che lo scoprì al torneo di Viareggio nel 2008 e che lo portò a Palermo con un blitz notturno a Herning, in Danimarca. Lì Simon giocava con il Midtjylland, dove papà Jorn era . Ed era già nel mirino di molti dei top-club europei (oltre che di Inter e ).

Casa e tattoo Già, la Danimarca, casa sua, una terra a cui Kjaer è legatissimo e dove appena può, torna dalla sua famiglia (che ha un'azienda di vini, molti importati dall'Italia). Non è un caso che uno dei tanti tatuaggi di Simon siano 4 stelle sull'avambraccio sinistro. «Rappresentano me, papà Jorn, mamma Lotte e mia sorella Alberte, che ne ha uno uguale», ha detto in un'intervista al Welt, in Germania. Il primo, però, arrivò a 18 anni e glielo regalarono proprio i genitori per Natale. Poi, tutti gli altri. «Sulla spalla ho un angelo che mi protegge, mi piace pensare che ci sia qualcuno che mi guida dall'alto. E sul braccio ho tatuata "l'ultima cena". Volevo qualcosa di veramente importante, mi piaceva la storia di quell'evento». Tutti tatuaggi intrisi di religiosità.«Credo che ci sia qualcosa tra cielo e terra che non sappiamo spiegare, ma non prego e non vado in chiesa».

Passione football Simon ha iniziato a giocare a 4 anni ed ha sempre faticato a scuola. Nonostante tutto, ha finito quella secondaria, ma niente università. Tra un libro e l'altro, la mente volava altrove. «A Laudrup, Gerrard ed il messicano Maruqez, i miei idoli di gioventù. E poi Fabio Cannavaro e Terry, mi ispiro a loro». Ed al Liverpool, il suo primo grande amore calcistico (Camilla, la sua fidanzata storica da quando ha 15 anni, è altro). «Sono cresciuto con il mito dei Reds, da piccolo guardavo solo la Premier League». Ora, invece, tanta playstation e poche serate mondane. A Palermo amava arancine e panelle, qui apprezzerà carbonara e amatriciana. E Roma, ne siamo certi, apprezzerà lui.