La penna degli Altri 24/09/2011 11:33

Si rischia brutto. Allora è meglio un «minestraro»

Lui non si preoccupa dei giocatori che ha, bravi o meno, ma del metodo. Un trequartista lo fa giocare terzino, l’attaccante italiano più prolifico lo mette a centrocampo e a volte in difesa. Un terzino, ora si chiama esterno basso, ma è la stessa cosa, lo fa giocare centrale e poi non lo usa nel suo ruolo. Ha due attaccanti centrali e li mette sulle ali. Un trequartista, giovane e forse acerbo e gli dà le chiavi del centrocampo. Sostituisce Pizarro, l’unico che in mezzo al campo qualcosa capisce, per far posto a un mamozzo che a Madrid sono stati felici di regalare. L’importate è il progetto. E gli altri fanno festa. Pensate se alla prima della Scala a qualcune venisse in mente di mettere un tenore a fare il baritono, un basso il tenore. Farebbero il pieno di ortaggi. Se Ranieri avesse ottenuto i risultati dello spagnolo, lo avrebbero linciato. Lui però è un «minestraro», uno che cerca di ottenere il meglio dagli ingredienti a disposizione. Gli hanno affidato la Roma in corsa e solo per un episodio sfortunato contro la Sampdoria non ha vinto uno scudetto. Ci ha esaltato e fatto sognare. C’è da scommetere che archiviato il progetto Gasperini, riporterà l’Inter in alto. Senza magie o alchimie, ma mettendo a posto gli elementi. Ma è un «minestraro» dicono quelli dal palato fine. Così andiamo avanti con i progetti, con le statistiche sul possesso palla e su altre corbellerie simili. Un bravo allenatore è quello che sa far rendere al massimo quel che ha a disposizione, non chi vuole illuderci che una cipolla sia un tartufo.

Così, se non lo cacciano o non impara subito la ricetta dell’amatriciana, Luis Enrique ci porterà in serie B, contento di avere il record di possesso palla. Anzi il pallone se lo porterà anche a casa. E il prossimo anno potremmo sfidare il Crotone o il . In B ho visto giocare la Lazio, mai la Roma, e non voglio vederla. A me interessa vincere le partite. Dei filosofi del progetto della sconfitta non so che farmene, datemi un «minestraro», almeno non mi lascerà a digiuno.